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Eternit, vittime e familiari chiedono l’intervento dello Stato

In una lettera aperta l’Afeva chiede al premier Letta e ad alcuni ministri il sostegno necessario per riuscire ad ottenere le provvisionali dal condannato Stephan Schmidheiny

A un mese esatto dalla sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha confermato, inasprendola, la condanna di primo grado dell’imputato Stephan Schmidheiny, l’AFEVA, l’Associazione Famigliari Vittime Amianto, ha scritto una lettera aperta al premier Enrico Letta, ai ministri Anna Maria Cancellieri (Giustizia), Andrea Orlando (Ambiente), Beatrice Lorenzin (Salute), Emma Bonino (Esteri) e a numerosi altri onorevoli affinché lo Stato sostenga le rivendicazioni economiche dei 932 cittadini ed ex lavoratori ai quali è stata assegnata, dal dispositivo, una provvisionale di 30mila euro.

Oltre agli ammalati e agli eredi si aggiungono le provvisionali disposte in favore di regioni, enti locali e associazioni: solo per citarne alcune, 20 milioni di euro alla Regione Piemonte, 30.934.446,37 euro al comune di Casale Monferrato, 5 millioni all’ASL di Alessandria e 100.000 euro per sigle sindacali e associazioni di familiari (compresa la scrivente) per un totale di oltre 90 milioni di euro. Dalla sentenza all’incasso, però, c’è un abisso ed per questa ragione che l’Afeva chiede l’intervento dello Stato:

Alla soddisfazione per l’esito processuale si accompagna tuttavia una profonda preoccupazione per l’effettiva riscossione di tali somme; l’esperienza del primo grado, al termine del quale erano già state disposte provvisionali immediatamente esecutive a carico dell’imputato, ha infatti dimostrato la totale indisponibilità di Schmidheiny a effettuare un qualsivoglia risarcimento in ottemperanza alla sentenza della Magistratura italiana.

Il miliardario svizzero non vuole pagare. E la morte dell’altro imputato Louis de Cartier de Marchienne ha imbrogliato ancora di più la matassa. La soluzione, secondo l’AFEVA, potrebbe essere

in azioni esecutive internazionali (anche di carattere cautelare) a carico delle persone indicate. Tale procedimento è tuttavia proceduralmente complesso, in ragione della cittadinanza svizzera e della residenza costaricense dell’imputato, ed economicamente molto impegnativo.

L’elevata onerosità delle spese da affrontare da parte degli ammalati e dei famigliari dei cittadini e lavoratori deceduti risulterebbe sproporzionata rispetto alle somme esigibili. Ecco perché l’associazione richiede al presidente del Consiglio e ai ministri di

poter dare tutela effettiva alle parti civili di questo processo, cioè alle vittime di una strage purtroppo ancora in corso (solo a Casale e Cavagnolo circa 60 mesoteliomi all’anno) ma soprattutto per il principio di giustizia in esso affermato, siamo a richiederVi formalmente un sostegno concreto e deciso dello Stato, finalizzato al superamento degli ostacoli procedurali ed economici evidenziati.

Nella Conferenza nazionale sull’Amianto svoltasi a Venezia in marzo i ministri Balduzzi, Clini e Fornero avevano già preso un impegno per rendere esecutive le provvisionali e, in tal senso, la conferma dell’Appello dovrebbe avere un effetto rafforzativo. L’AFEVA, comunque, non dorme di certo sugli allori e non abbassa la guardia. E chiede allo Stato un ruolo attivo. Anche perché lo Stato è esso stesso parte lesa, per le numerose risorse che cure, ricerca e prevenzione richiedono. La lettera si chiude con una richiesta d’incontro diretta al premier Letta.

Via | Comunicato stampa

Foto © Getty Images

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