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Una nave a caccia della plastica in mare: nel Mediterraneo arriva Plastic Busters

Il progetto dell’Università ambisce a mappare le aree maggiormente inquinate dalla plastica nel Mar Mediterraneo

C’è sempre più plastica nei mari e negli oceani di tutto il mondo. Plastica che crea uno “Stato” fittizio in mezzo all’Oceano Pacifico, plastica sminuzzata che entra nel corpo dei pesci e risalendo nella catena alimentare finisce nel nostro intestino.

Nel Mar Mediterraneo a plastica è ormai il fattore più inquinante. A Saida, paese alle porte di Beirut, una discarica alta 40 metri e posizionata in riva al mare continua a inquinare il Mediterraneo orientale raggiungendo persino le coste greche ed italiane. Lo stesso accade in Siria, sulle spiagge di Latakia divenute discariche abusive che rilasciano rifiuti che finiscono sulle coste turche.

Ora quello che i latini chiamavano Mare Nostrum (e che pessimo esempio di autoconservazione abbiamo dato…) verrà solcato da Plastic Busters, un’imbarcazione ecologica fornita di strumentazioni per mappare i macro e micro rifiuti del Mediterraneo e che ospiterà un team di ricercatori che farà il campionamento delle acque, svolgendo analisi tossicologiche su balene, squali e tartarughe, specie “sentinella” in grado di far comprendere quanto grave sia la situazione nelle varie aree marine.

Il progetto dell’Università di Siena, presentato durante la conferenza internazionale First Siena Solutions Conference Sustainable Development for the Mediterranean Region, è diretto dalla professoressa Maria Cristina Fossi. La partenza avverrà dalla Toscana per poi toccare Gibilterra, la Tunisia, l’Egitto, la Grecia e risalire l’Adriatico fino all’attracco di Venezia, dopo un viaggio di circa tre mesi. Trenta gli enti per la salute marina che hanno dato la loro adesione per collaborare con il progetto.  

Via | Wired

Foto © Getty Images

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