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Il ghiaccio artico cala come gli scorsi anni, ma è più frammentato

Per la prima volta, ci sono zone con meno del 70% della superficie coperta di ghiaccio, anche in prossimità del polo nord. In molti punti la calotta compatta lascia quindi posto a banchi di ghiaccio più o meno isolati

La fusione estiva della calotta artica procede come negli ultimi 5 anni, cioè molto al di sotto della media 1980-2010, ma senza raggiungere i livelli record delle scorso anno, quando per la prima volta nella storia si è toccato il minimo assoluto di 3,5 milioni di km² (a fronte di una media trentennale di oltre 6,5 milioni di km²). Quest’anno le condizioni meteorologighe hanno portato temperature un po’ più basse sull’artico rispetto alle condizioni di eccezionale “tepore” del 2012.

Si aggiunge però un altro elemento di preoccupazione: quest’anno ci sono molte zone con meno del 70% dell’area coperta da ghiaccio (1), per cui la calotta compatta lascia il posto a banchi di ghiaccio più o meno isolati.

Come si vede dalle immagini satellitari acquisite tramite sensore a microone AMSR-2, la calotta è compatta solo nell’emisfero occidentale, a ridosso della Groenlandia e delle isole canadesi, mentre nell’emisfero orientale esiste un’ampia fascia che attraversa la calotta dallo stretto di Bering alle isole Svalbard in cui l’area coperta dal ghiaccio è minore del 70%. Ci sono alcune zone in prossimità del polo nord in cui la concentrazione è persino inferiore al 50%.

E’ improbabile che la maggiore frammentazione della calotta possa portare ad un’accelerazione del disgelo in quest’ultimo mese, prima del recupero invernale, ma rappresenta in ogni caso un indice di cattiva salute del ghiaccio, come il suo scarso spessore e la costante diminuzione del volume complessivo della claotta.

(1) Ricordiamo che per il NSIDC una regione marina risulta coperta da ghiaccio, quando esso rappresenta più del 15% dell’area in questione.

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