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Alimentazione

Birra e liquori più cari per salvare istruzione e beni culturali

Nell’ultimo decennio le accise sulla birra sono aumentate del 126% e con i nuovi ritocchi il peso fiscale arriverà al 45%

Fra due giorni, da giovedì 10 ottobre 2013, le aliquote di birra, liquori e distillati aumenteranno, per poi subire ulteriori ritocchi nel 2014 e nel 2015 quando il peso fiscale su un euro di birra raggiungerà i 45 centesimi.

È la mossa del Governo per ottenere le coperture necessarie per “misure urgenti” nell’ambito dei beni culturali e dell’istruzione. L’aumento delle accise colpisce le bevande che erano già soggette a questo tipo di imposta. Il Decreto Cultura è già operativo, mentre il Decreto Scuola prevede uno scatto dell’accisa del 12,5% dal 10 ottobre, poi il 1° gennaio del 2014 e ancora il 1° gennaio 2015. Praticamente un boccale su due lo berremo alla salute del Fisco nazionale.

Per l’Assobirra (l’Associazione degli industriali della Birra) il provvedimento andrà a colpire duramente le 500 aziende che in Italia danno lavoro a ben 150mila addetti. Inoltre, a rimetterci saranno i circa 300 imprenditori che nell’ultimo decennio hanno dato vita ad altrettanti birrifici artigianali sparsi in tutta la Penisola.

La birra spillata nei pub pagherà i lavori degli scavi di Pompei e l’ampliamento degli Uffizi, ogni tappo saltato di grappa permetterà la sopravvivenza degli enti lirici in stato di asfissia. Ad aumentare – come abbiamo detto – sono birra, liquori e distillati. Il fine è nobilissimo, il mezzo ha delle zone d’ombra poiché, come spiegano all’Assobirra si colpisce duramente un settore che ogni anno versa all’Erario mezzo miliardo di euro di accise e 4 miliardi complessivi fra accise, Iva, tasse e contributi vari derivanti dalla commercializzazione della birra. Negli ultimi 10 anni le accise sono aumentate del 126%, portando il peso fiscale complessivo al 45%.

Gli aumenti delle accise, invece, non riguardano il vino:

L’accisa è ingiusta perché la birra è l’unica bevanda a bassa gradazione alcolica a pagarla in Italia: nel nostro Paese non pagano le accise le bevande che rappresentano il 65% dei consumi di alcol.

Via | AssoBirra

Foto © Getty Images

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