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Clima

Dissesto idrogeologico, il capo della Protezione Civile Gabrielli: “L’Italia cade a pezzi”

Dal capoluogo abruzzese colpito dal terremoto nel 2009: “Non abbassare la guardia, L’Aquila deve ripartire”

Intervenendo questa mattina al Festival dell’acqua, organizzato da Federutility a L’Aquila, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha parlato di dissesto idrogeologico, un vero e proprio giogo per l’intero paese.

Lo ha fatto da L’Aquila, il capoluogo abruzzese colpito dal terremoto del 9 aprile 2009, un tragico evento che ha messo in ginocchio l’economia e la società di un’intera città, che ancora oggi fatica a rialzarsi: complice la ricostruzione, il centro storico considerato ancora “zona rossa”, complici gli investimenti sulle “new-town” che hanno distolto l’attenzione proprio dal capitolo ricostruzione, dallo stato d’emergenza permanente, che ha anestetizzato ed appiattito le coscienze di chi, in pochi secondi, si è ritrovato senza più nulla, se non con i ricordi di una vita che fu.

“Per me tornare a L’Aquila è una soddisfazione da un lato ma di anche di dolore per l’altro finché questa città non sarà tornata non dico all’antico splendore ma almeno alla lucentezza che le spetta. Per me è sempre una ferita aperta: questo territorio deve necessariamente ripartire.”

Alla manifestazione era presente anche il sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D’Angelis, che ha annunciato lo stanziamento nella prossima legge di stabilità di incentivi per aziende e territorio, nel tentativo di arginare quell’“emergenza nazionale” che è ancora L’Aquila.

Il dissesto idrogeologico, ha spiegato Gabrielli, è anch’esso un’emergenza da affrontare:

“L’Italia cade a pezzi”

ha detto il capo della Protezione Civile, intimando il suo stesso dipartimento e la popolazione tutta a non abbassare mai la guardia: un problema che, a cinquant’anni dal disastro della diga del Vajont, torna prepotentemente in auge, in virtù dei continui disastri che si verificano su tutto il territorio nazionale.

“Io continuo a sostenere che un maturo sistema di protezione civile è un sistema nel quale i cittadini sono i principali attori. Non possono essere i cittadini sempre gli utilizzatori finali di un’attività messa in capo ad altri. I cittadini sono i beneficiari ma gli attori primi di un sistema di protezione civile. Quindi l’ informazione, la formazione, la consapevolezza sono alla base di un sistema nel quale non vi è un consumatore di sicurezza ma tutti noi siamo operatori di sicurezza.”

Riprendendo le parole pronunciate ieri alla Camera dei Deputati, in occasione dell’audizione in Commissione Ambiente, Gabrielli ha riportato il boccino dell’attenzione su quella “Babele di competenze” che rendono difficoltosa la prevenzione e la mitigazione di eventi eccezionali (ieri portò come esempio l’alluvione di Firenze del 1966). L’Aquila è, in questo senso, la cartina tornasole dell’inazione italiana in materia di sicurezza e protezione civile, in materia di prevenzione e informazione. +

Un territorio che deve ripartire ma che non può farlo senza il sostegno del governo, dello Stato, che fino ad oggi ha tralasciato l’annoso tema del dissesto idrogeologico in favore dell’economia di mercato: le recenti piogge però rendono evidente l’importanza di interventi atti a mitigare l’impatto del clima sulle colture e sulla popolazione. Il nord della Puglia ad esempio, flagellato negli ultimi giorni da torrenziali e costanti piogge, è in ginocchio per il secondo anno consecutivo (la conta dei danni provvisoria per la sola Ginosa è di 50 milioni di euro).

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