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Cronaca ambientale

Anche Dario Fo con gli 11 Nobel per liberare i 30 membri di Greenpeace: il testo della lettera

11 premi Nobel scrivono al Presidente Putin per chiedere la liberazione dei 28 attivisti di Greenpeace detenuti con l’accusa di pirateria.

Anche Dario Fo Nobel 1997 per la letterura si unisce agli 11 premi Nobel che hanno scritto una lettera congiunta indirizzata al presidente russo Vladimir Putin per chiedere la liberazione dei 28 attivisti di Greenpeace (tra di essi anche l’italiano Christian D’Alessandro per cui la mamma ha lanciato una petizione on line) e dei due giornalisti freelance sotto custodia cautelare per due mesi perché accusati di pirateria.

L’ appello che è poi il medesimo firmato già da oltre un milione di persone e inviato alle ambasciate russe nel mondo, è stato sottoscritto anche dai Nobel per la Pace:
Mairead Maguire, Nobelper la Pace (1976); Betty Williams Nobel per la Pace 1976, Adolfo Pérez Esquivel, Nobel per la Pace 1980, Arcivescovo desmond Tutu Nobel per la Pace 1984, Oscar Arias Sánchez Nobel per la Pace 1987, Rigoberta Menchú Tum, Nobel per la Pace 1992, José Ramos Horta Nobel per la Pace 1996, Jody Williams Nobel per la Pace 1997, Shirin Ebadi Nobel per la Pace 2003, Tawakkol Karman Nobel per la Pace 2011, Leymah Gbowee Nobel per la Pace 2011, e questo è il testo della lettera:

Caro Presidente Putin,
Le scrivo per chiederLe di fare tutto il possibile affinché venga abbandonata la spropositata accusa di pirateria nei confronti dei 28 attivisti di Greenpeace e del fotografo e videoperatore freelance, e che ogni accusa rivolta loro sia coerente con il diritto internazionale e con le leggi russe. Sono fiducioso di condividere con Lei il desiderio di vedere rispettato il diritto di protestare in maniera non violenta.

Come Lei sa, le autorità russe hanno sottoposto a fermo 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace, l’Arctic Sunrise, sin dal 19 settembre quando, armate, hanno abbordato l’imbarcazione nel mare della Pechora.

Sono stato rincuorato dalla Sua dichiarazione del 25 settembre, quando ha affermato che i membri dell’equipaggio di Greenpeace non sono dei pirati. Come Lei sa, gli attivisti di Greenpeace erano disarmati e la loro una protesta non violenta contro le operazioni di estrazione di petrolio che minacciano l’Artico.

Le trivellazioni nell’Artico sono un’impresa pericolosa e ad alto rischio. Una fuoriuscita di petrolio nelle acque ghiacciate dell’Artico potrebbe avere impatti catastrofici su uno dei più incontaminati, unici e meravigliosi paesaggi della terra. Le conseguenze di uno sversamento di petrolio sulle comunità che vivono nell’Artico, e sulle specie animali già fortemente vulnerabili, potrebbero essere devastanti e di lungo periodo. I rischi di un incidente di questo tipo sono sempre presenti, e i piani di risposta dell’industria petrolifera rimangono del tutto inadeguati.

Ugualmente importante è l’impatto delle trivellazioni nell’ Artico sui cambiamenti climatici. Questi costituiscono una minaccia per tutti noi, ma sono proprio i luoghi più vulnerabili del Pianeta che stanno pagando il prezzo del mancato intervento da parte dei Paesi più sviluppati. Questo è il momento di accelerare la nostra transizione da un’economia basata sui combustibili fossili verso un futuro costruito su energie sicure, pulite e rinnovabili.

Sollecito tutti i governi a fare il massimo per proteggere questo prezioso tesoro dell’umanità, e per allontanarci dalla dipendenza dal petrolio come fonte di energia. Da una delle nazioni più direttamente coinvolte, Le chiedo di guidare personalmente questo sforzo.

Io personalmente, come milioni di persone in tutto il mondo, sto seguendo attentamente questa vicenda, nella speranza che le autorità russe lascino cadere le accuse di pirateria e che trattino gli “Arctic30” secondo le leggi internazionali, riaffermando il diritto di protestare pacificamente e indirizzando i propri sforzi verso la protezione dell’Artico.

Dario Fo

Intanto, sono già 1 milione e mezzo le firme della petizione rivolta alle ambasciate russe per richiedere la decadenza delle accuse di pirateria e il rilascio degli attivisti.

Foto | Greenpeace Italia

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