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Cronaca ambientale

Rifiuti di Roma, le foto della vergogna. I Radicali: “Situazione gravissima e illegale”

Le immagini proposte dai Radicali Roma mostrano come nel Lazio si continuino a sversare rifiuti non trattati nei vari invasi del territorio: in barba alla legalità

Nel Lazio, in barba a ogni normativa di sicurezza e di tutela in materia ambientale, si continua imperterriti a sversare rifiuti non trattati in alcune discariche della Regione: a Borgo Montello (Lt) e alla discarica dell’Inviolata, nel territorio di Guidonia, alle porte di Roma (oltre 3 milioni di metri cubi, il secondo invaso più grande del Lazio dopo Malagrotta), i rifiuti indifferenziati vengono smaltiti in discarica nella totale illegalità.

E’ quanto dimostrano le immagini scattate dai Radicali Roma, divulgate tramite il sito FaiNotizia: sembrano fotogrammi tratti dal documentario “Biutiful Cauntri”, realizzato nel 2007 e riguardante lo stato di emergenza permanente per i rifiuti campani, ma non succede nell’agro aversano o nel casertano, e non per mano della criminalità organizzata o di imprenditori senza scrupoli. Succede alle porte della Capitale e per mano dello Stato, o almeno con il suo silente beneplacito, nonostante la chiarezza delle normative europee in materia di smaltimento rifiuti:

“Abbiamo una documentazione che prova una situazione gravissima e illegale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti nel Lazio, perchè mostra come ancora in questi giorni vengano sversati in discarica rifiuti assolutamente non trattati in violazione della normativa europea e nazionale.”

Il consigliere radicale di Roma Capitale Riccardo Magi, il membro del comitato nazionale dei Radicali Italiani Massimiliano Iervolino e il segretario dei Radicali Roma Paolo Izzo non usano mezzi termini: nel Lazio l’illegalità è evidente.

La documentazione prodotta dai Radicali, che per primi nel panorama politico romano osano sfidare apertamente un sistema criminogeno fatto di intrecci di poteri imprenditoriali, politici e malavitosi, sarà oggetto di un esposto che a breve verrà presentato alla Procura della Repubblica di Roma: nonostante la direttiva europea del 1999, recepita dall’Italia gradualmente tra il 2002 ed il 2007 (il decreto sul trattamento obbligatorio dei rifiuti è del 2003) ed allo stato attuale mai applicata, imporrebbe (condizionale obbligatorio) il trattamento dei rifiuti solidi urbani, prima dello smaltimento, vietando categoricamente il loro stoccaggio ed il loro smaltimento come “talquale”, cioè come rifiuti indifferenziati non trattati (così come vengono prelevati dai cassonetti stradali, in sostanza).

Un modus operandi che è stato oggetto di un deferimento della Corte Europea di Giustizia, che ha più volte puntato il dito sull’Italia e la lente d’ingrandimento sul Lazio: gli enti locali, le aziende appaltatrici, lo Stato in prima persona, non sembrano però per nulla interessate a risolvere il grave problema del percolato prodotto dai rifiuti indifferenziati (dei veri e propri laghi lasciati putrefare all’aria), dei gas tossici, dell’inquinamento ambientale.

Uno stato di illegalità, lamentano i Radicali Roma, intollerabile:

“Il conferimento di rifiuti non trattati, come è noto, provoca percolato, odori nauseabondi, danni ambientali enormi e danni alla salute. Proprio per questa situazione del Lazio, e solo di Malagrotta, la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte europea di giustizia. Da questa documentazione trarremo un esposto alle Procure competenti e a tutti i soggetti istituzionali interessati (Regione, Arpa, Ministero dell’Ambiente, Carabinieri Noe, ecc) nonché ovviamente una comunicazione alla Commissione europea.”

Nessuna demagogia, nessun sensazionalismo: lo si vive sulla pelle a Guidonia, lo si respira ancora a Malagrotta (che ha accolto i rifiuti trattati solo a partire da aprile 2013). I deodoranti che vengono spruzzati (esattamente come nell’agro aversano prima dell’esplosione del bubbone rifiuti, con l’ultimo governo Berlusconi) non possono nulla se non mitigare la puzza di illegalità che aleggia sulle discariche che vi mostriamo nel video. Della discarica dell’Inviolata, a Guidonia (Rm), vi avevamo parlato già oltre un anno fa, raccontandovi come il gestore di Malagrotta (proprietà Manlio Cerroni) sia lo stesso dell’invaso di Guidonia, lo stato di contaminazione delle acque di falda, le forzature della Regione sulle volumetrie e sull’AIA, l’eccessiva vicinanza alle abitazioni (in violazione delle normative regionali) e la violazione di numerosi vincoli ambientali siano tutti elementi critici, ai quali oggi si aggiungono le immagini dei Radicali.

Roma è una città strana, “difficile” vi direbbe un qualsiasi amministratore locale: è una città in cui la maggioranza in giunta “festeggia” la chiusura della discarica più grande d’Europa tappezzando la città di manifesti abusivi, è una città in cui la raccolta differenziata sembra una malattia cui scampare, una città di storia priva di memoria storica.

Roma è una città in cui si tenta di risolvere il problema dei rifiuti percorrendo la stessa strada fatta da Napoli dal 1994 ad oggi: le ecoballe di Impregilo sono ancora ad Acerra così come il Cdr della E-Giovi è stoccato nella fossa del gassificatore di Malagrotta: nessun impianto, nessun investimento, procedure emergenziali, poca trasparenza sui numeri, totale assenza di comunicazione alla popolazione locale.

E’ lo Stato che fa lo Stato, sempre nello stesso squallido modo: nascondendo sotto al tappeto gli scheletri dei cadaveri che hanno riempito gli armadi, avendo acquisito un know-how d’eccezione durante le emergenze rifiuti del sud: quello della criminalità organizzata.

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