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Cronaca ambientale

Greenpeace, la conferenza stampa in diretta con i genitori di Cristian D’Alessandro

Greenpeace a un mese esatto dall’arresto dei 28 attivisti e dei due gionalisti freelance fa il punto della situazione con una conferenza stampa in streaming alla presenza dei genitori di Cristian D’Alessandro l’attivista italiano in detenzione in Russia

La conferenza stampa è iniziata e ha preso la parola Pinchera il portavoce di Greenpeace. Mostrano il filmato di quanto è accaduto da un mese a questa parte.

Pinchera: Le attività di Greenpeace sono avvenute nell’ambito di una campagna nata un anno fa per chiedere all’ONU di intervenire per rendere l’Artico una zona protetta.Ciò attira le mire di molte multinazionali del petrolio che sono interessate a trivellare. il 18 settembre Greenpeace era li per svolgere queste attività pacifiche e dirette. Il 18 settembre sono stati arrestati due attivisti e il giorno dopo altri 28 inclusi due giornalisti freelance. L’accusa è cambiata da pirateria in hooliganism ovvero teppismo anche se il termine non è facilmente traducibile ma comporta una pena fino a sette anni di carcere.

Legge le parole scritte dall’attivista canadese:

Non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere, la nostra liberà, amicizie, famiglia e amici e viaggiamo perché i nostri figli possano avere un futuro migliore.

Parla il papà di Cristian, Aristide D’Alessandro avvocato che spiega che sono in contatto con tutte le autorità italiane.

Ivan Novelli presidente di Greenpeace sottolinea che l’attività di sostegno arriva anche dalla rete con la pettizione on line e 67 parlamentari hanno sottoscritto l’appello di Greenpeace. A livello internazionale ci sono stati gli 11 premi Nobel per la Pace e la mobilitazione internazionale continuerà. Se viene confermata la derubricazione del reato da pirateria a vandalismo così come detto allora ciò ci danneggia maggiormente perché non è stato commesso alcun atto vandalico. Rilancerà Greenpeace un nuovo appello a Enrico Letta e a Emma Bonino. Rende noto che la cancelliera Merkel ha telefonato a Putin e dunque chiedono che anche Letta si impegni in prima persona.

Si passa alle domande dei giornalisti. Arriva quella un po’ banale del Tg1 che chiede se ci siano dei precenti su casi simili.

No che non ci sono, l’unica fu l’attacco dei francesi alla nave Rainbow Warrior del 1985 quando la nave fu affondata con due siluri. Gli attivisti sono fermati ma certamente non arrestati. Poi il Tg1 chiede se si sono accuse simili con le Pussy Riot, ma insomma non è di vitale importanza saperlo, no?

L’Ansa chiede alla mamma di Cristian se ha notizie delle condizioni del figlio. Riferisce Raffaella la mamma che il console ha accesso alle visite:

Ci ha riferito che è un ragazzo forte fisico e psicologicamente. Nelle visite successive ci ha detto: “sta benino” ma ciò non toglie la preoccupazione. Ma la condizione del carcere di Munmarsk può piegare qualunque tempra e io temo proprio per lo stato di salute. Abbiamo già pensato di andare poi ci sono delle condizioni avverse che ci hanno fatto desistere e vogliamo essere sicuri di essere utili quando lo andremo a vedere e forse possiamo fare molto più da qui che non essere li senza risultato. Sapiamo che la famiglia di Camilla e se riusciranno a vederla allora avremo un motivo in più per affrontare questo viaggio. Nostro figlio ci ha fatto sapere che non è necessario che andiamo.

AdnKronos chiede se sono permessi i contatti telefonici

Risponde il papà di Cristian. I ragazzi hanno la scheda telefonica ma devono chiedere l’autorizzazione alla telefonata alla direzione del carcere. Per una serie di motivi non siamo ancora riusciti a parlare.

Poi la domanda pesante: vi sentite di sostenere l’attività di Cristian?

Risposta del papà di Cristian intelligente: è un uomo di 31 anni decide lui cosa fare.

Il 24 novembre è il termine ultimo della carcerazione preventiva e questo termine può cambiare se sussistono i termini. Noi ci stiamo battendo per avere la libertà su cauzione, dice il papà sono comunque in un carcere ai confini della Siberia e attendere un processo da liberi li mette in una condizione diversa.

Poi le domande del come sono stati collocati se nelle stesse celle. Ma insomma per lo stesso reato no, si sa.

Si passa alle interviste poi ai genitori di Cristian e all’avvocato. Insomma, domande poco interessanti in effetti. Il messaggio però di Greenpeace è teniamo alta l’attenzione sulla questione e che Enrico Letta telefoni a Putin.

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