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Cronaca ambientale

Amianto al Velodromo, il Comune di Roma si costituisce parte civile

Roma Capitale si costituisce parte civile nel processo per la nuvola di amianto del Velodromo Olimpico

Quando nel 2011 denunciai la nube di amianto levatasi dal Velodromo Olimpico di Roma nella lontana estate del 2008, quando la giunta Alemanno, appena insediata, diede corpo alla decisione della giunta Veltroni di abbattere il Velodromo nel quartiere Eur della Capitale, costruito per le Olimpiadi del 1960 con 4.535 chili di materiali contenenti amianto.

Inutilizzato dal 1968, il Comune di Roma decidette il suo abbattimento per fare spazio alla Città dell’Acqua, un parco acquatico immenso che doveva essere pronto nel 2014 ma il cui progetto sembra essersi incagliato. Fu quello il preambolo della gestione del “sindaco di tutti i romani” Alemanno: nel luglio del 2008 il Velodromo venne minato con 120kg di tritolo divisi in 1800 cariche, ma l’autorità giudiziaria fermò l’esplosione il 23 luglio su esplicita richiesta del prefetto per ovvi motivi di sicurezza; il giorno seguente la situazione si sbloccò e il Velodromo venne fatto implodere.

Quell’implosione sollevò una nube contenente particelle di amianto che, grazie al vento estivo che spirava verso il mare, si è spostata sui quartieri Eur, Casalpalocco, Acilia ed Ostia, passando anche poco sopra l’asilo infantile di viale Egeo, a 250m dall’ex Velodromo. Il tutto venne fatto senza avvisare la popolazione dei rischi, senza aver prima controllato che nella struttura non vi fosse amianto e tentando successivamente di nascondere la notizia sotto al tappeto.

Il processo per quel disastro (disastro colposo), cominciato solo nel luglio del 2012, non aveva ancora visto la costituzione di parte civile del Comune di Roma, un atto dovuto per esprimere vicinanza ai cittadini e per tutelare gli interessi del pubblico, che da quell’abbattimento ha subito un danno economico, patrimoniale ed ambientale, per non parlare dello stato di totale abbandono nel quale versa quell’intero quadrante del quartiere Eur, uno dei più residenziali della città di Roma.

“Come testimoniano i residenti e tutta la documentazione video e fotografica, l’esplosione produsse un’enorme nuvola bianca che avvolse i palazzi circostanti, le auto, i passanti e poi fu portata dal vento verso i quartieri di Roma più a sud. Nei mesi successivi alla demolizione emerse la presenza di amianto in varie parti della struttura fatta esplodere tanto che fu necessaria una bonifica dell’area.

Ci sono quindi serie probabilità che la nuvola che si propagò dall’esplosione contenesse amianto.”

ha scritto oggi il Consigliere Comunale dei Radicali Riccardo Magi.

Molti cittadini, associazioni e politici “non allineati” nella politica del pensiero unico, esercitando l’Azione popolare, si costituirono parte civile per far fronte all’inerzia del Comune, che ieri finalmente ha deciso di presentare la propria costituzione di parte civile e fare, con oltre cinque anni di ritardo, l’interesse della città:

“A Riccardo Magi va il nostro ringraziamento per aver rappresentato finora gli interessi dei cittadini. Costituendosi parte civile, Roma Capitale ha voluto schierarsi al fianco delle romane e dei romani coinvolti in questa preoccupante vicenda. L’ambiente e la salute dei cittadini sono infatti una priorità di questa amministrazione, per questo abbiamo voluto impegnarci direttamente nella loro difesa.”

con questa nota il sindaco Ignazio Marino ha informato la cittadinanza della decisione, soffertissima e in colpevole ritardo, certamente utile a risolvere e a dare forza ad una battaglia che, nel 2013, si pensava di non dover combattere.

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