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Natale 2013, i 6 consigli per acquistare giocattoli liberi dallo sfruttamento

Dietro i giocattoli ci sono incredibili storie di ingiustizia sociale: conoscere è importante per compiere quel primo passo verso acquisti consapevoli e etici

Conoscere la storia di un prodotto vuol dire mettersi nella condizione di poter scegliere per stabilire se ciò che acquistiamo rispetti le regole e le leggi.

Nel dossier I giocattoli non li porta Babbo Natale redatto da DB Dichiarazione di Berna si trova la storia di come dietro i giocattoli che portano felicità ai nostri figli si nascondano storie di sfruttamento di cui sono protagonisti spesso altri bambini.

I prezzi abbordabili e la manifattura accattivante fanno si che si acquistano spesso senza tener conto dell’origine del paese di produzione e de possano essere stati prodotti con materie prime inquinate e inquinanti. Un giocattolo è chissà perché sempre percepito come innocuo e buono forse perché lo leghiamo all’infanzia.

Ebbene sugli scaffali 3 dei 4 giocattoli che troviamo sono Made in China e nelle fabbriche cinesi si lavora fino a 16 ore al giorno per produrre i giochi più richiesti.

le grandi aziende di giocattoli hanno in Europa e negli Stati Uniti sedi e uffici che seguono il design mentre la produzione è delocalizzata nell’80% dei casi in Cina. La Playmobil (la seconda maggiore azienda in Germania) produce i suoi giocattoli in Europa, mentre la Steiff che produce peluche nel 2008 ha lasciato la Cina.

Scrive nel suo Dossier DB:

Gli attori principali nel mondo dei giganti dei giocattoli sono le aziende specializzate nel­la loro produzione e vendita come Mattel, Hasbro, Toy„R“Us, Playmobil, Lego o Ravensbur­ger. Troviamo poi i giganti dell’intrattenimento quali Disney e Warner, i quali con i loro film creano modelli come Topolino, Shrek, Sponge­Bob o i Transformers. Per la produzio­ ne di questi prodotti di merchandising, gli studios di Hollywood incassano fino al 30% del prezzo di vendita. Anche la Mattel fa dei buoni affari con le licenze: nel 2004, le licenze concesse per le Barbie hanno fruttato alla multinazionale ben 2,2 miliardi di dollari. Un al­
tro attore importante è Mc Donald: con i giocattoli inclusi negli Happy Meal, la catena di fastfood è tra i maggiori distributori di giocattoli al mondo.

Il periodo di maggior interesse economico è proprio i pre-natalizio quando si concentra circa il 60% di tutte le vendite annuali. Per arrivare sul mercato con le ultime novità si assegnano gli appalti in ritardo così che le fabbriche sono obbligate a consegnare i giocattoli a un costo inferiore e in breve tempo sfruttando il lavoro degli operai.

Ecco i consigli per acquistare giocattoli che non fanno male a nessuno:

  • Evitate i prodotti di massa a buon mercato fabbricati in plastica – la loro produzione è
    spesso legata a un utilizzo smodato di risorse, a condizioni di sfruttamento lavorativo e
    alla mancanza di controlli di qualità.
  • Richiedete le condizioni di produzione dei giocattoli al momento del loro acquisto.
  • Scrivete una e­mail alle grandi aziende produttrici di giocattoli come Mattel o Disney,
    richiedendo l’applicazione di condizioni lavorative eque e il rispetto della legge cinese
    sul lavoro.
  • Scambiate invece di acquistare: fate uso delle borse dei giocattoli e delle ludoteche.
  • Regalate giocattoli di produzione equa e solidale, o giocattoli di cui il rivenditore
    possa dare informazioni credibili sulle condizioni di produzione.
  • I giocattoli garantiti come equi, sono quelli che fabbricate voi stessi.

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