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60 anni Rai: Quark e quell’inconfondibile voce

Claudio Capone, doppiatore della trasmissione di divulgazione naturalistica e scientifica, ha accompagnato due generazioni di telespettatori diventando la voce dei documentari per antonomasia

C’è stato un tempo, quando portavo i pantaloni corti, in cui Quark veniva subito dopo la frutta. Era lo spazio di “tregua” fra il pranzo consumato dopo il ritorno da scuola e i compiti a casa. Io alla concorrenza dei cartoni animati giapponesi, allora imperanti in fascia postprandiale, preferivo i documentari sul mondo animale che resteranno per sempre legati a una voce elegante e avvolgente: quella di Claudio Capone.

Ecco per me Quark, la più lunga e seguita trasmissione di divulgazione naturalistica e scientifica della Rai, resterà per sempre legata al timbro di questo doppiatore, più che alla conduzione di Piero Angela, maestro di cerimonie del programma sin dal 1981.

Nella prima puntata di Superquark andata in onda dopo la sua morte, il 3 luglio 2008, Angela ricordò il collega che con la sua lettura intelligente “dava significato ai testi e contribuiva a renderli chiari”.

Nel mio immaginario di bambino non ci facevo caso, ma la voce di Capone, intanto, diventava qualcosa di famigliare, quasi una compagnia quotidiana. Era anche la voce di Luke Skywalker, protagonista della mitologia per eccellenza della mia generazione, quella di Guerre Stellari, e sarebbe stato, anni dopo, la voce di alcuni Cd rom di divulgazione storica e scientifica che fecero da ponte fra le enciclopedie cartacee e l’avvento di Wikipedia & C.

Ecco perché più di Piero Angela, mi piace ricordare questa voce, il lavoro costante e fatto bene di una persona che ha dato un prezioso contributo alla divulgazione naturalistica e scientifica nel nostro Paese. Se Quark è diventato – letteralmente – Superquark lo si deve a un team di lavoro diretto con grande professionalità e competenza da Piero Angela, ma anche al lavoro più oscuro di questo sensibile narratore di storie. Ecco, per un aspirante ecologista quale ero io a quell’età, Capone è stato un’invisibile maestro, una voce a metà strada fra l’autorevolezza dell’insegnante e la comunicatività immediata di uno di famiglia. La voce della natura, certo, ma anche quella che più si avvicina, per me, all’idea di un lavoro fatto bene, con modestia, accuratezza, precisione e impegno.

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Foto © Getty Images

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