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Cronaca ambientale

Centrale idroelettrica a Maratea, residenti sul piede di guerra

I cittadini di Maratea (Pz) chiedono al presidente Pittella di sospendere l’autorizzazione all’impianto sino alla decisione del Tribunale superiore delle acque pubbliche

L’annosa questione della centrale idroelettrica a Fiumicello di Maratea (Pz), piccola frazione marittima del comune ribattezzato anche “La Perla del Tirreno” per le bellezze naturalistiche, tali da aver convinto l’ex sindaco Francesco Sisinni, attuale Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali, a farsi promotore di un’iniziativa volta a riconoscere il territorio di Maratea come patrimonio mondiale dell’Umanità, continua a tenere banco nel piccolo comune lucano.

La cittadinanza, riunitasi in un’assemblea pubblica a Villa Tarantini venerdì 7 febbraio (era presente anche il sindaco della cittadina), mostra non pochi segnali di preoccupazione per quest’opera, dai più tacciata come “ecomostro”, che andrebbe ad insistere su uno dei territori meglio conservati della costa tirrenica.

La centrale idroelettrica di Fiumicello verrebbe costruita a monte di questa frequentatissima spiaggia:

Lo scontro è, nella sostanza, piuttosto complesso, figlio del solito conflitto d’attribuzione di poteri (o meglio, di responsabilità) tra vari enti, istituzioni, uffici tecnici: dall’assemblea di venerdì della cittadinanza infatti è stata fatta una precisa richiesta al presidente neo-eletto Pittella: sospendere l’autorizzazione regionale rilasciata a suo tempo, almeno in attesa che il Tribunale delle Acque si pronunci sui ricorsi presentati dai comitati dei cittadini e dal Comune, che il Tar regionale ha “passato” per competenza a Roma.

La richiesta di sospensione in autotutela verrà presentata dall’amministrazione comunale al Presidente della Regione: il pomo della discordia sono i lavori, ufficialmente di restauro dell’impianto già esistente (oggi semi-nascosto dalla boscaglia) ma che in realtà (si vede nel video che vi abbiamo proposto in alto) nasconderebbe ben altro.

Un impianto ex-novo, come appurato anche nel corso di un sopralluogo effettuato dai tecnici del Ministero dei Beni Culturali e dall’Ufficio Urbanistico della Regione Basilicata, che in perfetto “Lucanian Style” (quello che impone culturalmente a chi fa il silenzio assoluto su ciò che fa) è avvolto da nebbie di assurdo mistero: un mistero che si infittisce sulle competenze, sull’utilità dell’opera e sull’opera stessa.

Un impianto del quale si parla da diverso tempo ma che ha visto una netta accelerata nell’ultimo anno e mezzo e che vedrà la posa della prima pietra per ottobre 2014: come spiegato dal progettista, ing. Masella, il senso dell’opera è quello di divenire un punto ecologico sul mare, operando un abbattimento delle emissioni di Co2 e delle acque reflue e manutenendo con maggior efficacia gli argini del torrente Fiumicello, dal quale ci si vorrebbe approvvigionare.

Tuttavia, secondo molti esperti, i salti di quota che il torrente fa nel territorio marateota (soli 4km, impedirebbero lo sviluppo di quei 310kWh di potenza che il progetto prevede di produrre: molto più semplice sfruttare i salti di quota più a monte, evitando così il rischio di costruire lungo l’arenile (o poco più sopra).

La caratteristica del territorio marateoto infatti rende tutto vicino e lontano allo stesso tempo: la roccia che scende a picco sul mare, impreziosendone la costa con decine di calette ognuna diversa dall’altra, e per questo ognuna a suo modo incantevole, avvicina enormemente le opere dell’uomo all’acqua del golfo di Policastro.

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Il Comitato anticentrale ha formalizzato un ricorso al Consiglio di Stato, dopo essersi appellati senza successo al Tar, che ha rigettato la richiesta perchè non di sua competenza, inviando gli incartamenti al Tribunale delle acque della Repubblica, a Roma.

Tuttavia quest’organo, vetusto come il rudere della vecchia centrale, sul progetto potrebbe semplicemente esprimere un parere, senza quindi risultare in alcun modo vincolante.

La società titolare del progetto, Srl Real Estate di Lauria (Pz) ha già provveduto con i primi espropri e tenta in ogni modo di rassicurare la popolazione, preoccupata non solo per l’ambiente incontaminato ma anche per l’impatto che tale opera potrebbe avere sull’economia turistica del territorio (che, fondamentalmente, vive di vacanzieri e villeggianti); i progettisti insistono sul restauro dell’impianto già esistente, senza tuttavia spiegare come il vecchio tracciato sia stato sostanzialmente abbandonato nel progetto, che ne ha individuato uno nuovo (che costeggia la spiaggia di Fiumicello di Maratea).

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