Seguici su

Agricoltura

L’agricoltura familiare su piccola scala è la risorsa per nutrire il pianeta

L’ agricoltura familiare coinvolge oltre 600 milioni di famiglie e provvede oggi al 70% della produzione mondiale di cibo, oltre a tutelare la biodiversità e praticare una coltivazione sostenibile. Per questo vanno riconosciuti i giusti diritti ai piccoli produttori.

La FAO ha dichiarato il 2014 come anno dell’agricoltura familiare.

Ci sono alcune cose che è importante sapere a proposito della piccola agricoltura familiare: innanzitutto non è un elemento folcloristico del passato; secondo la dichiarazione finale della Family Farming World Conference, nel mondo ci sono quattrocento milioni di famiglie di coltivatori diretti con meno di due ettari di terra, cento milioni di pastori e altrettanti piccoli pescatori, che a tutt’oggi rappresentano oltre il 40% della forza lavoro del pianeta.

Inoltre, l’apporto dell’agricoltura di piccola scala è tutt’altro che trascurabile, visto che secondo alcune stime della FAO, contribuisce per più di due terzi alla produzione alimentare mondiale, più della super agricoltura industriale dei latifondi e delle piantagioni.

In estrema sintesi sono tre le virtù dell’agricoltura familiare: primo, una lavorazione più sostenibile della terra, con uso ridotto di acqua, fertilizzanti e pesticidi; secondo, la salvaguardia dei cibi tradizionali e della biodiversità agricola, a dispetto della standardizzazione del commercio globale intorno a una ventina di prodotti principali; terzo, un’opportunità per il benessere delle economie locali qualora sia garantito un adeguato accesso alla terra.

Questo tuttavia non succede sempre, perché in molti luoghi del pianeta i piccoli agricoltori non hanno la terra sufficiente nemmeno per poter nutrire adeguatamente le proprie famiglie ed avere un livello di vita dignitoso.

Non stiamo parlando solo di sovrappopolazione, ma anche di scarsa equità nella distribuzione della terra. Anche in uno stato molto popolato e con poco suolo agricolo pro capite come l’India, il 65% dei contadini coltiva circa il 20% della terra disponibile.

Per questo i piccoli agicoltori, oltre a volere un giusto accesso alla terra, richiedono anche un adeguato controllo dell’acqua, delle foreste e delle sementi. Le famiglie di contadini andrebbero anche protette anche dal furto di terra, il land grabbing, operato dalle grande compagnie multinazionali, soprattutto in Africa.
E’ inoltre importante dare loro un accesso ai mercati, non quelli della finanza mondiale, ma i piccoli mercati locali che sovente sono difficili da raggiungere per la mancanza di strade o adeguati mezzi di trasporto.
Da questo punto di vista, sostenere il commercio equo e solidale è il minimo che possiamo fare a livello personale per ristabilire un po’ di ordine e di giustizia

Ultime novità