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Cronaca ambientale

Rischia 6 mesi di carcere il viticoltore francese che non ha usato i pesticidi contro la Flavescenza dorata

Emmanuel Giboulot viticoltore biologico francese si è rifiutato di usare un potente pesticida e ora rischia il carcere

Può un viticoltore biodinamico essere costretto a usare un potente pesticida rischiando se non lo fa sei mesi di carcere? Emmanuel Giboulot gestisce 10 ettari coltivati a vite sulla Côte de Beaune e sulla Haute Côte de Nuits in Borgogna e ieri si è presentato davanti la Corte di Digione poiché si è rifiutato di trattare il suo vitigni Chardonnay e Pinot Nero contro la Flavescenza dorata. La Corte ha concluso l’udienza con l’accusa che ha chiesto per Giboulot una multa da 1000 La sentenza arriverà il prossimo 7 aprile. La pressione intorno al suo caso in Francia si era fatta fortissima con una pagina facebook che ha raccolto oltre 100 mila fans e una petizione che ha raccolto oltre 400 mila firme.

La scelta viene considerata ideologica e con responsabilità penale dal Tribunale di Digione ma Giboulot non vuole entrare in polemica e tiene a ribadire solo di aver fatto una scelta simile poiché nella sua zona non vi erano casi di Flavescenza dorata. In sostanza la linea della difesa di Giboulot tenuta dall’avvocato Benoit Busson si basa sul fatto che l’ordinanza era prefettizia e non ministeriale e che dunque agiva all’interno di un determinato territorio e non valida per altre zone.

La Flavescenza dorata è nota anche in Italia, viene trattata con particolare urgenza e attenzione e peraltro scattano denunce in caso di inadempienza sulla base dell’art.500 del C.P. Proprio quello che è capitato in versione francese a Giboulot.

Il punto è che Giboulot è un viticoltore biodinamico che non fa uso di pesticidi, ma come fanno notare dalla Prefettura di Digione, una deroga all’uso dei pesticidi proprio per la Flavescenza dorata era stata concessa anche dai coltivatori biologici. Ma spiega Giboulot che il pesticida usato per combattere la Flavescenza dorata uccide anche altri insetti e che ne caso delle sue vigne era inutile usarlo non essendoci i sintomi della malattia. Dunque quel che contestava Giboulot era l’uso precauzionale perché ha amesso che se le sue vigne fossero state colpite dalla malattia sarebbe intervenuto.

In ogni caso il dibattito e la cattiva pubblicità ai vini francesi per ora si è scatenato tra ambientalisti e sostenitori della lotta alla Flavescenza dorata anche sotto forma preventiva. E qualche polemica si è sollevata in merito al gesto di disobbedienza di Giboulot. Infatti il Bureau interprofessionnel des vins de Bourgogne (BIVB) chiede:

di non fare di Giboulot un martire del bio, non è l’unico difensore della natura.

Via | Rue89, Liberation
Foto | Soutien à Emmanuel Giboulot su Fb

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