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Cronaca ambientale

Ebola, epidemia senza precedenti in Guinea: preoccupati Medici senza Frontiere

Salgono a otto i casi confermati di Ebola riscontrati da Medici Senza Frontiere a Conakry capitale della Guinea e i medici spiegano che stanno assistendo a un’epidemia senza precedenti

Medici senza Frontiere avverte sull’epidemia di Ebola in corso in Guinea: è senza precedenti a causa della vasta estensione che tocca Gueckedou, Macenta Kissidougou, Nzerekor e ora anche la capitale Conakry. In Guinea si sono registrati 122 pazienti sospetti e 78 morti. Altri casi che oscillano tra sospetti e diagnosticati sono stati segnalati in Sierra Leone e Liberia. Entro la fine di questa settimana arriveranno altri 60 operatori sanitari che vantano esperienza nel trattamento della febbre emorragica che agiranno tra la capitale Conakry e la zona Sud-Est del paese. Tra questi esperti anche epidemiologi, esperti della gestione delle acque e per i servizi igienico sanitari.

Spiega Michel Van Herp epidemiologo di MSF attualmente a Guekedou:

A diffondersi in Guinea è il ceppo Zaire del virus dell’Ebola: il più aggressivo e mortale. Uccide più di 9 pazienti su 10. Per fermare l’epidemia è importante tracciare la catena di trasmissione. Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione.

Il virus dell’Ebola sembra sia stato portato dai pipistrelli e si è poi trasmesso ai gorilla che nel 2006 furono pesantemente colpiti da questa infezione.

Ha detto Mariano Lugli, Coordinatore Progetto per MSF a Conakry:

MSF è intervenuta durante quasi tutte le epidemie di Ebola degli ultimi anni, ma erano molto più contenute geograficamente e riguardavano aree più remote. Questa diffusione geografica è preoccupante, perché complicherà di molto il compito delle organizzazioni che lavorano per controllare l’epidemia.

Dunque per arginare l’epidemia è necessario intervenire sull’isolamento dei pazienti e sulle condizioni igieniche mentre i medici sono alla ricerca delle persone antrate in contatto con chi ha già manifestato i sintomi dell’ebola per poterli isolare e interrompere così la catena di trasmissione del virsu per cui non esiste una cura e neanche il vaccino.

Ebola: i sintomi e come si trasmette l’infezione

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Ebola è un virus scoperto di recente e risulta essere fatale nel 25-90% dei casi. L’incubazione dura 21 giorni e l’infezione si presenta con febbre altissima, congiuntivite, dolori muscolari, mal di testa e stanchezza. Poi procede con vomito, diarrea e spesso rash cutaneo. Il virus riesce a neutralizzare il sistema immunitario poiché il nostro organismo lo riconosce come minaccia troppo tardi quando oramai il danno è fatto. Infatti si presentano così le mancate coagulazioni che causano le emorragie. Chi frequenza una persona con l’infezione in atto, come infermieri e pazienti rischia il contagio e infatti molto spesso i pazienti sono abbandonati a causa della paura. Un veicolo di trasmissione dell’infezione è rappresentato dai funerali poiché il corpo del deceduto viene lavato dai familiari.

Questa infezione non è ancora stata studiata a fondo e dunque non ci sono al momento né cure e neanche vaccini. Si suppone che il virus sia statoi originariamente ospitato dai pipistrelli considerati secondo alcune ipotesi scientifiche il serbatoio naturale. La risposta della medicina al momento si basa sia sulla prevenzione sia sulla immediata ricostruzione della catena infettiva generata dal primo caso. Ovvero scoprire tutte le persone entrare in contatto con il primo paziente malato per isolarle e impedire che possano diffondere il contagio. Purtroppo il virus Ebola si presenta spesso in pazienti che vivono in aree isolate ed è facile confondere i primi sintomi con quelli della malaria, per cui vengono curati con il chinino. L’unica difesa, resta al momento nelle mani de medici che in Africa sono formati proprio sulle peculiarità e il riconoscimento tempestivo di questa infezione.

Via | Medici Senza Frontiere

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