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Cronaca ambientale

Rifiuti di Roma: Marino lancia l’allarme. Mercoledì riunione al Ministero dell’Ambiente

Chiesto il giudizio immediato per il re della monnezza romana ed il suo entourage. Il sindaco Marino: “Non so dove mettere i rifiuti”

Aggiornamento 4 aprile, ore 14.50 – E’ un vero e proprio botta e risposta quello tra il sindaco di Roma Ignazio Marino ed il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti; infastidito dagli allarmi e dai toni del sindaco, il ministro ha informato ieri sera di voler convocare le parti per trovare una soluzione al problema rifiuti:

“Convocherò tutte le parti interessate mettendo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità e non accetterò scaricabarile su un tema che è di piena e completa competenza regionale e comunale, nel quale il Governo può intervenire sono dinanzi ad una grave resa politica e amministrativa, ad una dichiarazione di impotenza e incapacità di chi è tenuto ‘ex lege’ ad affrontarlo e risolverlo”

scrive Galletti in una nota pubblicata ieri sera. Il ministro sembra non intenzionato a commissariare nuovamente la questione rifiuti; secondo quanto ci viene riferito infatti Galletti sembra voler mantenere le competenze degli enti locali e delle istituzioni inalterate, di modo da mettere sindaco e governatore di fronte alle loro responsabilità di amministratori.

Questo pomeriggio dal Ministero dell’Ambiente è arrivata la conferma: mercoledi 9 aprile alle 16, nella sede del ministero di Via Cristoforo Colombo, si terrà un incontro tra il ministro e le istituzioni preposte alla gestione dei rifiuti nella città di Roma (sindaco, governatore, prefetto -che è anche ex commissario straordinario-, e commissario alla Provincia).

L’intenzione del ministero è di scongiurare l’ennesima emergenza e gestire nella legalità l’intero carrozzone rifiuti, un carrozzone del quale si sa pochissimo: scrive questa mattina Mauro Evangelisti su Il Messaggero che Roma produce tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti al giorno; al netto della raccolta differenziata, restano circa 3300 tonnellate di rifiuti indifferenziati da smaltire, che ad oggi vengono inviati in altre regioni.

Inviare i rifiuti altrove, lo abbiamo scritto più volte, implica necessariamente un pre-trattaggio degli stessi negli impianti di TMB: quelli di Ama (la municipalizzata) hanno una capacità di sole 1.400 tonnellate al giorno (e quello di Ama Salaria vedrà a breve riconoscersi una procedura d’infrazione da parte dell’Europa).

Le restanti 1900/2000 tonnellate di rifiuti finiscono negli impianti di Cerroni grazie ad un’ordinanza provvisoria del sindaco Marino (essendo questi sotto sequestro): l’ordinanza, firmata due mesi fa, è in scadenza e ieri il sindaco ha cominciato la questua per chiedere al procuratore capo di Roma Pignatone di poterla prorogare.

A parte l’avvilente profilo politico-istituzionale di un sindaco che si reca in procura per chiedere al procuratore capo di chiudere tutti e due gli occhi per superare in via eccezionale le inadempienze del Comune di Roma e della Regione Lazio, il problema qui è macroscopico: o si va in deroga (soluzione che apre ad un ventaglio di possibilità, dalla riapertura di Malagrotta per i rifiuti non trattati, improbabile, alla possibilità di portare i rifiuti fuori regione senza trattamento, meno improbabile) o si affoga nell’immondizia.

Giudizio immediato per il re della monnezza romana. Il sindaco Marino: “Non so dove mettere i rifiuti”

Il prossimo 5 giugno prenderà il via il processo per associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode e truffa ai danni del re della monnezza di Roma, Manlio Cerroni, e dei suoi soci: il 1 aprile (non è uno scherzo) è infatti stata presentata la richiesta di giudizio immediato, firmata dal pm romano Alberto Galanti.

Oltre a Cerroni, l’imperatore monopolista del sistema rifiuti romano e laziale, finiranno alla sbarra a giudizio immediato Francesco Rando, amministratore unico di molte imprese riconducibili a Cerroni, l’altro socio Piero Giovi, l’ex presidente della Regione Bruno Landi, Giuseppe Sicignano, supervisore delle attività operative del gruppo ad Albano Laziale presso la Pontina Ambiente, Luca Fegatelli, già capo Dipartimento della Regione Lazio, e Raniero De Filippis, fino al 2010 responsabile del Dipartimento del Territorio.

Nel frattempo continua la fase di altissima criticità in città: questa mattina il sindaco Ignazio Marino ha incontrato il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, in una riunione di oltre un’ora cui ha partecipato anche il vicesindaco Luigi Nieri. La preoccupazione è altissima: il prefetto (ed ex commissario straordinario per i rifiuti romani Giuseppe Pecoraro) ha infatti interdetto il Co.La.Ri. (il consorzio di aziende del settore che fa capo proprio a Cerroni) dall’uso degli impianti: l’atto del prefetto impedisce ai soggetti pubblici di avere “rapporti di lavoro” con le società cui fanno riferimento i due impianti di TMB di Malagrotta e il tritovagliatore di Rocca Cencia, dopo quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Roma sul sistema dei rifiuti nel Lazio.

In attesa che si pronunci il Tar su questa decisione del prefetto (prevista la sentenza per il 29 aprile prossimo) il dramma rifiuti continua: da ordine pubblico il problema è oggi meramente amministrativo, con tutti i vincoli, ricorsi, interdizioni e violazioni che si accumulano una sopra l’altra; di fatto il problema dei rifiuti, da quando è passato completamente nelle mani del pubblico, è stato talmente burocratizzato da essere diventato un vero e proprio guazzabuglio di atti.

E così il sindaco Marino, all’uscita dalla riunione di stamattina, invoca “pietà”:

“Tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti. Due sono le soluzioni: o Roma coperta di rifiuti o conferire in impianti di Cerroni. […] Siamo in una situazione di stallo totale. Ho esternato le mie preoccupazioni al procuratore affinchè mi venga indicata una strada da percorrere per uscire da questo scacco matto perfetto.”

Marino non si limita a chiedere al procuratore capo di Roma un’aiuto (non si sa in base a quali competenze) in materia rifiuti, ma continua a subissare il ministro dell’Ambiente Galletti di telefonate volte a convincerlo a indicare un nuovo commissario straordinario che tolga Roma dall’impasse.

Marino, che sul tema rifiuti è stato lasciato completamente solo dalla maggioranza PD, in preda ad una lotta senza quartiere (una vera e propria guerra tra bande) volta a mettere in ogni modo i bastoni tra le ruote al debole sindaco, ha chiesto sostegno anche all’Anci, in una riunione svoltasi nella tarda mattinata. Su un punto, fondamentale, il sindaco di Roma ha completamente ragione:

“E’ stato permesso a un solo soggetto, Cerroni di gestire per circa 50 anni lo smaltimento dei rifiuti della città, e ora che è stato arrestato e che alle amministrazioni pubbliche non è consentito avere rapporti con le sue aziende, come si fa? Il prefetto ha bloccato tutto e il ministro non vuole nominare un commissario. Io non riesco a trovare una soluzione, ma magari il governo e il prefetto ce l’hanno. Nel caso me la indichino.”

Il prefetto ha infatti informato il sindaco che a breve non sarà più possibile pagare le aziende che attualmente smaltiscono attualmente i rifiuti e l’incertezza sulla decisione del Tar, che in passato ha riservato parecchie sorprese in materia, non fanno navigare Marino in acque tranquille.

Il disastro ambientale nella Valle Galeria però è la cartina tornasole di una gestione trentennale che finisce nel dramma delle aule dei tribunali e degli ospedali oncologici: la manifestazione indetta per domani a Malagrotta dai comitati di cittadini che hanno ottenuto, grazie all’intervento dell’Europa, la chiusura dell’inferno di quella discarica servirà a fare il punto anche su questo.

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