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Alimentazione

A Pasqua per il 58% degli italiani niente agnello ma tante uova

Oltre la metà degli italiani ha rinunciato all’agnello per il pranzo di Pasqua e Pasquetta

Non sappiamo se a causa della crisi economica o se a causa dei messaggi degli animalisti ma è certo che in questa Pasqua abbiamo assistito a una flessione dei consumi di carne, sopratutto di agnello. Infatti secondo le proiezioni SWG circa il 58% degli italiani non lo ha acquistato mentre l’agnello pasquale è stato presente solo sul 31% delle tavole del Bel Paese. Per le Feste pasquali si sono vendute circa 30 mila tonnellate di carni ovine con una flessione del 3% rispetto allo scorso anno. Per gli allevatori non c’è dubbio, la responsabilità di tale flessione è da additare agli animalisti che sostengono la dieta vegetariana seguita in Italia da 4,2 milioni di persone.

Proprio lo scorso anno, quando pure si registrò una flessione nelle vendite a intervenire contro gli animalisti fu la Cia Toscana. Spiegò il presidente di Cia Grosseto Enrico Rabazzi:

E’ l’ora di finirla con queste invenzioni da parte delle associazioni animaliste, che ogni anno invitano i consumatori a non mangiare carne di agnello, per chissà quale scopo che solo in apparenza è ideologico. Si gioca sulla pelle e sull’economia di migliaia di aziende zootecniche italiane e toscane che sono già alle prese con una crisi di mercato e di consumi – oltre che con i crescenti costi di produzione – che dura da ormai troppi anni. Nel periodo della Pasqua i nostri allevatori vendono circa il 20-25% dei capi dell’intera produzione annuale, riuscendo a strappare prezzi migliori di 1 euro al kg rispetto al resto dell’anno. E c’è chi tutto questo fa finta di non ricordarlo e specula sul futuro degli agricoltori.

La flessione è progressiva e dura almeno da sette anni e la Cia ha calcolato che quest’anno i consumi si sono contratti del 3%; si sono acquistate anche meno uova di cioccolato e colomba pasquale (-9%) probabilmente perché si preferiscono le ricette casalinghe tant’è che sono aumentate del 12% le vendite di uova, zucchero, farina, burro e lievito. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Alla carne si sono preferite le uova e ne son state consumate circa 400 milioni. La spesa media del menù casalingo è stata di 60 euro; si sono acquistati anche meno salumi (-1,2 per cento), formaggi (-1 per cento) e ortofrutta (-0,6 per cento).

Via | Nel Cuore, Nove da Firenze, All4animals

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