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Cronaca ambientale

Rifiuti interrati, a Cassino si cerca un furgone carico di cromo

La segnalazione di un pentito fa scattare l’allarme nel frusinate: la camorra interrava rifiuti anche qui

Si scava dalle prime luci dell’alba a Cassino, paesone industriale alle porte di Frosinone, nel basso Lazio, alla ricerca di un furgone carico di cromo ed interrato circa venti anni fa: il procuratore capo di Cassino Mario Mercone ha disposto l’avvio degli scavi dopo aver fatto individuare l’area attraverso fotografie aeree e analisi del terreno e delle acque in seguito alla segnalazione di un pentito.

Sulla scia delle rivelazioni eclatanti del pentito di camorra Carmine Schiavone, un uomo (su cui la procura preferisce conservare l’anonimato) si era recato dalla Guardia di Finanza nel novembre scorso, segnalando la prassi del seppellimento dei rifiuti tossici nel basso Lazio e deciso a raccontare quanto avvenuto venti anni fa.

L’uomo avrebbe raccontato ai finanzieri di avere egli stesso interrato a dieci metri di profondità un furgone carico di cromo ed altri rifiuti tossici in un terreno nella zona industriale di Cassino, a pochi metri da due corsi d’acqua. Oggi l’avvio degli scavi attraverso la speciale squadra Nbci dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Frosinone.

Se venisse ritrovato il furgone, e quindi si verificassero le confessioni dell’uomo, sarebbe questa una vera e propria pistola fumante, l’occasione per avviare controlli a tappeto su tutto il basso Lazio. Per anni infatti la camorra ha sepolto rifiuti tossici in questo territorio, anche se in misura minore rispetto la terra dei fuochi (dove il controllo sul territorio da parte della criminalità è totale, massiccio e militare).

Il frusinate è stato per anni territorio di smaltimento rifiuti: lo dimostrano i verbali di interrogatorio, le dichiarazioni giurate (e verificate) del pentito Schiavone, i recenti ritrovamenti di rifiuti tossici, ospedalieri, cromo e mercurio (nel febbraio scorso tra tra Cassino e Sant’Elia Fiumerapido), lo dimostrano anche le analisi dell’Arpa Lazio che segnalano da anni la presenza di metalli pesanti nelle acque e nei terreni.

Tuttavia l’intero basso Lazio è un territorio oggi dimenticato, una sorte che capita spesso alle provincie a sud di Roma: se non ci fossero lupi solitari come l’ambientalista Edoardo Grossi, il primo a denunciare la presenza di rifiuti interrati nel cassinese.

Le indagini della procura di Cassino, da diversi anni a questa parte, mostrano un’aumento ingiustificato di linfomi di Hodgkin nella popolazione: insomma, tutto fa pensare che di cromo, nel territorio del frusinate, ce ne sia in quantità eccessiva.

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