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Ebola: 2 medici contagiati in Liberia, 1093 casi in Africa occidentale

L’epidemia di ebola è fuori controllo e il contagio si è esteso a due medici e a un infermiere in Liberia

Medici senza frontiere lo aveva detto subito: l’epidemia di Ebola in Africa occidentale è fuori controllo. Ora a essere contagiati due medici americani e un infermiere che prestavano il loro aiuto in un ospedale della Liberia. Il virus dell’Ebola si sta diffondendo rapidamente in Africa e dal Congo, zona in cui sono stati registrati i primi casi si è spostato appunto in Liberia. A combattere ora contro il virus è il medico americano Kent Brantly, 33 anni sposato e padre di due bambini in forze al Samaritan’s Purse e la sua collega infermiera Nancy Writebol e Sheik Umar Khan medico in Sierra Leone

Il loro contagio dimostra come Ebola sia particolarmente virulento e di come sia difficile proteggersi adeguatamente dal contagio anche per gli stessi medici. Ebola si trasmette attraverso i fluidi corporei incluso l’aerosol prodotto da un colpo di tosse o da uno starnuto. Ebola a oggi ha infettato 1093 persone e uccise 660 nella attuale epidemia in Africa occidentale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il virus però potrebbe diffondersi oltre i confini della Liberia dopo che un cittadino liberiano, Patrick Sawyer che potrebbe essere stato contagiato dalla sorella è morto. Sawyer, infatti ha volato su un aereo di linea fino in Lagos e poi è rientrato e ora i medici sono alla ricerca dei possibili contagi. Stessa procedura per i due medici americani contagiati: le autortà sanitarie sono alla ricerca di tutte le persone che li hanno contattati. L‘OMS comunque non ritiene al momento necessario porre limitazioni ai viaggi.

Resta da capire per le autorità sanitarie come siano stati contagiati i medici considerato che erano sempre protetti da tuta, guanti multistrato e occhiali.

Ma come si è giunti alla epidemia di Ebola? Spiega a Le Monde Hervé Raoul Direttore delle ricerche dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) per il Laboratorio P4 a Lyon, il più importante in Europa consacrato allo studio degli agenti patogeni pericolosi e altamente pericolosi:

Non abbiamo la certezza assoluta, ma ci sono forti indizi che ci fanno pensare ai pipistrelli quali il serbatoio naturale del virus che poi è stato trasmesso all’uomo soprattutto attraverso il contatto con i grandi mammiferi – scimmie, in particolare . C’è una buona probabilità che la trasmissione del virus possa avvenire direttamente dagli escrementi di pipistrelli.

Non esistono al momento cure efficaci e neanche un vaccino e l’unica strategia di cui si dispone è la diagnosi precoce e l’isolamento e evitare che le persone entrino in contatto diretto con i contagiati anche se deceduti.

Spiega ancora Raoul che attualmente la priorità è di aiutare i pazienti a superare i giorni di fase acuta della malattia:

Dobbiamo essere in grado di gestire pazienti con un trattamento nella fase acuta che dura pochi giorni ed è caratterizzata dalla presenza simultanea di tutti i sintomi associati: febbre alta, diarrea, sanguinamento, anche se sembra non sia particolarmente presente.

Via | NBC News, Le Monde
Foto | Courtesy @Samaritanian’s Purse

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