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Animali

Olio di squalo addio, il CNR estrae lo squalene dalla canna da zucchero

Che vi sorprenda o no, l’olio di squalo e squalano è uno degli ingredienti più usati in moltissimi cosmetici e causa della decimazione del predatore dei mari, ma dal CNR di palermo arriva una nuova soluzione più economica

Creme idratanti, oli per bambini o detergenti per il viso hanno in comune un ingrediente usato per idratare e rendere la pelle più morbida: lo squalano da cui si ottiene lo squalene. L’industria cosmetica ricava lo squalene, nella maggior parte dei casi dal fegato degli squali, perché è più economico. Lo si può ricavare anche dall’olio di oliva, ma il procedimento è più costoso. Ebbene l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr di Palermo ha scoperto un nuovo processo per la sua produzione derivato dalla canna da zucchero. La ricerca è stata pubblicata su ChemCatChem e condotta dagli scienziati italiani coordinati da Mario Pagliaro e con la collaborazione dei ricercatori dell’Università di Laval del Québec, sotto la direzione di Serge Kaliaguine, uno dei maggiori chimici canadesi.

Dicevamo dello squalene, un idrocarburo usato anche nei vaccini, ricavato dallo squalano e presente nel fegato degli squali cacciati proprio per ragioni industriali e che rischiano seriamente l’estinzione. Lo squalene si può anche ricavare dall’olio di oliva, ma questo procedimento è nettamente più costoso. Oggi però dagli scienziati italiani e canadesi arriva la novità dell’estrazione di squalene dalla canna da zucchero, procedimento già in atto nell’industria in Brasile.

Spiega il CNR il procedimento con cui avviene l’estrazione di squalene dalla canna da zucchero:

Con l’utilizzo del catalizzatore denominato SiliaCat, sviluppato dai chimici italiani e canadesi, l’emolliente può essere prodotto in alte rese in impianti piccoli e sicuri in cui la pressione dell’idrogeno impiegato non supera quella atmosferica. Inoltre, lo squalano prodotto è così puro da poter essere utilizzato direttamente, senza ulteriori purificazioni.

Spiegano Pagliaro e Kaliaguine:

La chimica verde e la nanochimica applicate alle sostanze rinnovabili come lo squalene offrono vari vantaggi. Rinnovando i processi produttivi non si previene solo l’inquinamento o i danni all’ecosistema, conseguenze della generazione dello squalano di origine animale, ma si riducono i costi rendendo così disponibili i prodotti che sono difficilmente accessibili a causa del prezzo elevato.

Nel 2008 l’Europa ha interdetto la pesca in profondità degli squali proprio per tutelare questi animali, ma la pesca di frodo è sempre attiva e molte aziende cosmetiche continiano a usare questo prodotto.

Via | Comunicato stampa

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