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Inquinamento

L’inquinamento minaccia il Taj Mahal

Un gruppo di ricercatori ha scoperto l’origine dell’inquinamento da micropolveri che minaccia il monumento indiano

Il Taj Mahal, il più rappresentativo monumento indiano, situato ad Agra, nello stato dell’Uttar Pradesh è minacciato dall’inquinamento. Il mausoleo fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum rischia di perdere quella che è la peculiarità che lo ha reso famoso in tutto il mondo: lo splendore della sua colorazione cangiante, dovuta alle diverse condizioni dell’illuminazione naturale che lo trasformano da bianco in giallo, rosa, arancione a seconda delle varie ore del giorno.

Secondo uno studio condotto dal Georgia Institute of Technology, dall’Università del Wisconsin, dall’Indian Institute of Technology di Kanpur e dalla Survey of India hanno dimostrato che diversi tipi di particolati stanno concorrendo a scolorire il mausoleo: dalle polveri dovute alla combustione dei rifiuti e delle biomasse alle micropolveri del traffico stradale. Per individuare le cause del progressivo scoloramento del Taj Mahal i ricercatori hanno utilizzato apparecchiature di campionamento dell’aria da novembre a giugno 2012. I ricercatori hanno poi messo piccoli campioni di marmo incontaminato sulla struttura, in vari luoghi in prossimità della cupola centrale. Dopo due mesi i campioni sono stati analizzati al microscopio elettronico per misurare dimensioni e numero di particelle: le informazioni hanno permesso ai ricercatori di stabilire la composizione delle particelle inquinanti e la loro origine.

Si è così capito che le particelle di carbonio provengono dalla combustione del carburante, dalle cucine, dalla fabbricazione di mattoni, dai roghi dei rifiuti, ma anche dallo scarico dei veicoli civili o agricoli. Se n’è quindi dedotto che le particelle inquinanti assorbite dal Taj Mahal non stanno condizionando solamente il monumento, ma tutto ciò che si trova nei dintorni, comprese le superfici naturali.

Via | The Weather Network

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