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Inquinamento

Legge sui reati ambientali: raccolte 50mila firme

Una trentina di associazioni ambientaliste hanno raccolto 50mila firme su Change.org per chiedere che venga approvato il disegno di legge sui reati ambientali arenato in Senato

Sono 50mila le firme raccolte in tutta Italia, su Change.org, per promuovere una legge contro i reati ambientali che tuteli la popolazione dalle violenze e dalle devastazioni compiute dall’industria ai danni dell’ambiente: le migliaia di vittime dell’Eternit e le 700mila persone che hanno bevuto l’acqua contaminata dalla discarica di Bussi, i casi di tumore in aumento nella Terra dei Fuochi sono solo tre esempi dell’impatto che i reati ambientali hanno sulla salute pubblica.

Il clamoroso ribaltamento del verdetto del processo Eternit in Cassazione ha fatto emergere la lacuna giuridica che accompagna i reati ambientali: l’inquinamento si protrae per decenni e può avere conseguenze a distanza di anni dagli atti dolosi, ma la giustizia, invece, ferma l’orologio prima che vi possa essere una condanna.

Il 26 febbraio 2014 la Camera aveva approvato un disegno di legge che inseriva quattro nuovi delitti nel Codice Penale: inquinamento ambientale, trasporto e abbandono di materiale radioattivo, impedimento al controllo e disastro ambientale. Il disegno è rimasto insabbiato al passaggio al Senato e così 30 associazioni (fra cui Libera, Gruppo Abele, Legambiente, Coldiretti, Forum sull’acqua, Fai, Greenpeace, Wwf, Federambiente, Medicina democratica e Associazione esposti amianto) hanno raccolto 50mila firme su change.org per chiedere di approvare una legge che rappresenterebbe

una pietra miliare nella lotta alla criminalità ambientale, garantendo una tutela penale dell’ambiente degna di questo nome e, soprattutto, assicurando strumenti investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura.

Confindustria teme un crollo degli investimenti nel nostro Paese e, subordinando le questioni ambientali a quelle economiche, sostiene che

un’efficace politica legislativa dovrebbe colpire con lo strumento penale le condotte intenzionalmente lesive dell’ambiente, ricorrendo invece a misure di tutela civili e/o amministrative per le ipotesi di violazioni incolpevoli commesse in assenza di dolo o grave negligenza.

Via | Repubblica

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