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Limite di 30 km/h a Milano, Torino e Bologna

Le tre città del Nord Italia adottano il limite di velocità di 30 km/h. Soltanto le principali arterie di scorrimento conserveranno gli attuali limiti

Milano, Torino e Bologna hanno deciso di adottare il limite di 30 km/h in ambito urbano. Si tratta del primo risultato concreto ottenuto dagli Stati Generali della Mobilità che si sono tenuti negli scorsi giorni a Bologna e che nel 2016 si svolgeranno a Torino. Al Governo e agli enti locali era stato chiesto di compiere una serie di azioni volte a decongestionare le città e a rendere efficienti gli spostamenti, migliorando anche la sicurezza.

Gli Stati Generali sono stati organizzati dalla Rete Mobilità nuova che riunisce 200 associazioni e hanno visto la partecipazione di 520 persone tra amministratori nazionali e locali, imprese, enti di ricerca, urbanisti, associazioni, organizzazioni di categoria e cittadini. Al termine della tre giorni conclusasi ieri è stata redatta la carta di Bologna che individua una serie di priorità utili a rendere moderna, sicura ed efficiente la mobilità, innanzitutto l’elaborazione di un piano nazionale per la mobilità urbana, quindi l’adozione a livello nazionale di target atti a portare sotto il 50% gli spostamenti compiuti in auto dentro il territorio urbano. Ma il primo importante passo è il limite dei 30 km/h, con eccezione delle principali arterie di scorrimento. Milano, Torino e Bologna dopo gli esperimenti positivi compiuti negli ultimi anni cambieranno la loro viabilità. Nel piano è compresa anche l’adozione dell’ISA (Intelligent Speed Adaption) come standard di sicurezza per il controllo e la limitazione della velocità delle automobili.

Passare da una città dove i 50 chilometri orari sono la regola e i 30 l’eccezione all’esatto contrario, introducendo il limite di 30 nei centri abitati e l’eccezione a 50 sulle principali arterie di scorrimento è un atto di grande coraggio da parte di queste tre grandi città. La loro scelta può davvero aprire la strada a un nuovo modello di mobilità urbana con gerarchie completamente capovolte: non più soprattutto auto e poi tutto il resto, ma pedoni, ciclisti, trasporto pubblico e pendolari al primo posto in un’ottica di reale efficienza, qualità e sicurezza dello spostamento. Peraltro limitare la velocità a 30 all’ora non è una penalizzazione per gli automobilisti i cui tempi di percorrenza urbana resterebbero praticamente invariati, è invece un modo per far sì che tutti gli utenti della strada possano fruire al meglio dello spazio pubblico,

spiega Legambiente dati alla mano. Ma gli automobilisti capiranno che andare ai 50 km/h fa solamente arrivare più velocemente al prossimo semaforo rosso?

Via | Legambiente

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