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Malasosta: un’indagine sull’inciviltà degli automobilisti

A Torino un’indagine sulle cattive abitudini dei cittadini, fra soste selvagge e auto in doppia e tripla fila

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Un gruppo di cittadini torinesi ha dato vita, per il secondo anno, a Malasosta, un progetto di monitoraggio dell’inciviltà degli automobilisti nelle vie di Torino. A un anno dal primo esperimento effettuato in via Vanchiglia (con 293 soste vietate in 12 ore per un totale ipotetico di 11.720 euro di multa), Malasosta ha realizzato un’indagine più ampia, allargando il proprio sguardo a 12 vie del capoluogo piemontese.

Auto in doppia e tripla fila, soste su strisce pedonali, su fermate dell’autobus, su marciapiedi, in aree pedonali, su posti riservati ai disabili, insomma tutti i comportamenti più scorretti e tutte le infrazioni alle norme del codice stradale relative al parcheggio sono stati presi in esame da questa indagine i cui dati sono sintetizzati dall’infografica che segue.

Vediamone alcuni:

1) se venissero effettuati i controlli 12 volte al giorno, per 250 giorni, in Via Genova, le auto in sosta vietata sarebbero circa 95.000;
2) in Via Madama Cristina, alle 17.00, le auto contemporaneamente in Malasosta sono addirittura 77;
3) in Via Cibrario c’è un auto in divieto ogni 42 metri, considerando gli incroci;
4) sempre in Via Genova, con solo 12 passaggi di controllo in un giorno, si otterrebbe un introito di circa 18.000€, considerando la multa più bassa come standard (41€);
5) in un anno, Corso Giulio Cesare, consentirebbe al Comune di assicurarsi 3,8 mln di € e in Via Nicola Fabrizi addirittura 5 milioni di euro.

L’analisi – inoltre – non ha preso in considerazione vaste aree in cui la malasosta rappresenta un problema quotidiano e di vastissima portata, come P.za Santa Giulia, l’area pedonale di via di Nanni, via Duchessa Jolanda, Corso Vittorio Emanuele…

“Il fenomeno della sosta selvaggia non risparmia nessun quartiere di Torino e non sembrano essere in atto contromisure efficaci per contrastarlo. Anzi, la sensazione è che manchi totalmente la volontà di farlo e che alzare la guardia rappresenterebbe un ostacolo politico di chi ci amministra”

si legge nella nota che accompagna i dati forniti dal gruppo di Malasosta, il quale aggiunge che “l’uso illegale e non sanzionato regala inoltre al mezzo privato un vantaggio competitivo incolmabile nei confronti delle altre modalità di trasporto, come il servizio di trasporto pubblico che è il primo che ne subisce il sopruso. Non fermare chi si comporta in modo incivile equivale inoltre a colpire duramente i cittadini che, per necessità o per scelta, adottano modalità di spostamento urbano più sostenibili o che semplicemente rispettano le regole”.

Insomma se le autorità limitassero questi comportamenti scorretti, molta più gente rispetterebbe le regole o sceglierebbe i mezzi di trasporto pubblico o la mobilità ciclistica. Il vero vantaggio non è tanto fare cassa con le multe, quanto incrementare le quote di cittadini che scelgono una mobilità maggiormente sostenibile.

Via | Comunicato Stampa

Infografica | Malasosta

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