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Blitz di Greenpeace alla Siemens per dire no alla mega diga in Amazzonia

Gli attivisti di Greenpeace sono saliti sul tetto della se de milanese dell’azienda vestiti da alberi e animali

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La formula di Greenpeace è sempre la stessa e funziona da decenni: occupare spazi pubblici con azioni spettacolari per amplificare i messaggi ecologisti. Non importa se il nodo della questione sia una realtà lontana migliaia di chilometri: l’importante è che l’azione dimostrativa sia potente e faccia parlare di sé.

In Italia l’ultimo blitz è andato in scena presso una sede di Siemens Italia dobe alcuni attivisti sono saliti sul tetto vestiti da animali e alberi della foresta, mentre altri suonavano strumenti a percussione.

L’obiettivo? Far ascoltare all’azienda e ai suoi dipendenti il battito del cuore della foresta amazzonica e chiedergli di non partecipare alla costruzione di una grande diga idroelettrica nel polmone verde del mondo.

In una lettera inviata a Siemens lo scorso maggio, Greenpeace aveva già chiesto all’azienda di dissociarsi pubblicamente, così come aveva fatto Enel, dal progetto di costruzione della diga di Sao Luiz do Tapaj s, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana. Non avendo ricevuto risposte, è entrata in azione. Alcuni attivisti hanno anche mostrato le foto della devastazione causata dalla diga di Belo Monte, in costruzione nello Stato del Parà, dove ora si vorrebbe costruire la nuova: un progetto che ha avuto un devastante impatto sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei popoli indigeni.

Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia:

“Chiediamo a Siemens di dichiarare pubblicamente di essere contrari alla distruzione dell’Amazzonia e favorevole alla protezione dei diritti delle popolazioni indigene che vivono lì da generazioni e la cui sopravvivenza potrebbe essere messa a rischio dalla costruzione di mega progetti”.

Via | Askanews

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