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Alimentazione

Spreco alimentare, ora c’è la legge

Voto quasi unanime in Senato per la legge contro gli sprechi alimentari

Dopo l’approvazione alla Camera dello scorso marzo, il Disegno di legge contro gli sprechi alimentari è finalmente passato anche al Senato con un voto quasi unanime: 181 favorevoli, 2 contrari e 16 astenuti. Più che sulle sanzioni (come accade in Francia) il provvedimento varato in Italia poggia su un meccanismo di incentivi e semplificazioni burocratiche.

Fra gli incentivi c’è, per esempio, l’utilizzo della family bag che segue il progetto della doggy bag “se avanzo mangiatemi” che è stato sviluppato con Comieco.

Il testo introduce nell’ordinamento definizioni quali “eccedenza” e “spreco”, chiarisce la differenza fra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza e snellisce la burocrazia per i procedimenti di donazione, nel rispetto di quelle che sono le norme igienico-sanitarie e quelle sulla tracciabilità.

L’obiettivo è quello di evitare che si sprechino grandi quantità di cibo e, allo stesso tempo, garantire ai beneficiari la consumazione di cibo sano e pulito.

Fra i 18 articoli del disegno di legge viene anche stabilito che oltre alle Onlus, possano distribuire cibo gratuito anche enti pubblici e privati “con finalità civiche e solidaristiche”.

Viene istituito un Fondo presso il Ministero con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Inoltre, i singoli comuni avranno la possibilità di incentivare chi dona agli indigenti con uno sconto sulla Tari.

Affinché le eccedenze alimentari possano essere distribuite ai meno abbienti oltre il termine minimo di conservazione è necessario che siano garantite l’integrità degli imballaggi e le condizioni di conservazione. Viene consentita la donazione di pane e altri prodotti da forno qualora questi siano rimasti invenduti per un periodo di 24 ore.

Infine vengono disciplinati i processi di raccolta e cessione dei prodotti in eccesso nei campi, negli allevamenti e delle merci invendute nella grande distribuzione che potranno essere messi a disposizione dei soggetti autorizzati oppure successivamente impiegati per l’alimentazione animale. Per snellire la trafila burocratica delle donazioni è stato abolito l’obbligo di comunicazione in forma scritta agli uffici dell’amministrazione finanziaria e ai comandi della Guardia di Finanza: d’ora in poi sarà sufficiente una comunicazione via web.

Secondo Coldiretti, gli sprechi alimentari costano all’Italia 12,5 miliardi di euro che sono persi per il 54 per cento al consumo, per il 21 per cento nella ristorazione, per il 15 per cento nella distribuzione commerciale, per l’8 per cento nell’agricoltura e per il 2 per cento nella trasformazione.

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