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Agricoltura

Agricoltura sostenibile: usare un drone per limitare i pesticidi

PBK, startup dell’incubatore I3P del Politecnico di Torino, sta sperimentando un drone in grado di effettuare trattamenti mirati nei campi agricoli. Per risparmiare fitofarmaci e avere meno pesticidi nel piatto.

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Meno pesticidi in agricoltura, meno pesticidi nel piatto. Questa è l’idea che sta alla base di una agricoltura sostenibile, dalla quale possa derivare una alimentazione sana e sicura per tutti noi. La tecnologia, per fortuna, può aiutare molto a raggiungere questi obiettivi.

PBK, startup dell’incubatore I3P del Politecnico di Torino, sta lavorando in questa direzione con un primo prototipo di drone UAV (cioè radioguidato a distanza) finalizzato alla agricoltura di precisione. Cioè quel tipo di agricoltura che utilizza le più moderne tecnologie per minimizzare il lavoro e gli interventi fitosanitari in campo.

Ad esempio tramite l’utilizzo di un GPS che, collegato alle macchine agricole, permette la guida automatica di trattori e mietitrebbiatrici. Oppure, come nel caso del “PBKopter“, tramite l’utilizzo di un drone che grazie alla elevata libertà di movimento può raggiungere i punti più ostici di una coltura agricola e spruzzare gli agrofarmaci solo dove effettivamente serve. Una strategia, per capirci, esattamente opposta a quella attualmente in uso negli Stati Uniti.

I trattamenti mirati – spiegano gli ideatori del drone – consentono di utilizzare solo la quantità di fitofarmaci necessari a garantire l’efficacia dell’azione, senza dispersioni nell’aria o a terra, con contenimento dell’inquinamento anche acustico“.

Con lo stesso drone si possono ottenere benefici, ad esempio, nella lotta alle zanzare: la leggerezza e manovrabilità del PBKopter permette interventi estremamente mirati e selettivi, ben diversi dalle vecchie disinfestazioni massicce effettuate spruzzando centinaia di litri di prodotti chimici sulle piante.

Un esempio pratico sono le immense risaie del nord Italia, dove l’ambiente estremamente umido è perfetto per la proliferazione delle zanzare. Fino ad oggi, per limitare il problema, si è ricorso all’uso di elicotteri che spruzzavano veleno anti zanzare dal cielo, disperdendone una gran parte dove non serviva. Con il passaggio ai droni si potrà, al contrario, utilizzare solo la quantità realmente necessaria di prodotti chimici con un enorme risparmio economico e una maggior tutela per l’ambiente.

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