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MOBILITA' SOSTENIBILE

Carpooling: Google Waze si espande ancora

Waze Carpool, servizio di carpooling di Google, adesso è disponibile in tutti gli Stati Uniti.

Carpooling Google Waze

Waze Carpool, il servizio di carpooling basato su app di Waze, società israeliana acquistata nel 2013 da Google, da ieri è attivo su tutto il territorio degli Stati Uniti.

Precedentemente era stato sperimentato, nel 2016, nella sola San Francisco Bay e dopo allargato ad altre città in 5 Stati dell’Unione.

Google, quindi, continua a sviluppare questo servizio che ha un modello di business assolutamente particolare: Waze non chiede una percentuale sui pagamenti fatti dai suoi utenti per ogni corsa effettuata in condivisione.

Waze Carpool è prettamente un carpooling aziendale: mira a “riempire le macchine” per ridurre il traffico, facendo viaggiare insieme lavoratori che hanno un percorso casa-lavoro simile.
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Ridurre il traffico è l’obbiettivo di Waze, anche al di fuori della sua divisione carpooling: l’app nasce per segnalare incidenti e rallentamenti stradali in modo che altri utenti del servizio possano cambiare strada.

Tanto che non sono mancate le lamentele da parte di alcuni residenti delle aree in cui, proprio grazie a Waze, si è riversato il traffico deviato dalle grandi autostrade bloccate a causa di cantieri o incidenti.

Ogni utente di Waze, chiamato Wazer, può diventare sia driver che passeggero di Waze Carpool. Il costo per miglio di ogni passaggio è di 54 centesimi, equivalente alle tariffe chilometriche per gli spostamenti di lavoro in auto.

Ogni driver può effettuare al massimo 2 “corse” al giorno (tipicamente casa-lavoro e ritorno) e può trasportare al massimo 4 passeggeri.
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Non si tratta, quindi, né di un servizio taxi mascherato né di un’azienda che mira al profitto immediato. Lo scopo dichiarato è quello di ridurre il traffico ma, ovviamente, Google lo fa anche per altri interessi.

L’azienda di Mountain View sta lavorando alle auto a guida autonoma tramite la sua controllata Waymo. Tra i potenziali business di Waymo c’è quello dei “robotaxi” (cioè i taxi a guida autonoma, senza un tassista al volante).

Non è da escludere che l’interesse di Google verso la mobilità condivisa sia più a lungo che a breve termine: guadagna poco o niente con Waze, per accaparrarsi in futuro una schiera di potenziali consumatori già abituati a non usare la propria auto per andare a lavoro.

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