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Maltempo, ambientalisti: urge Conferenza sul Clima

Dopo i danni e le morti causati dal maltempo in tutta italia il WWF chiede una Conferenza nazionale sul cambiamento climatico, Legambiente ricorda il rischio idrogeologico.

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Sono 30 i morti causati nell’ultima settimana dal maltempo che con eventi climatici estremi ha colpito il nostro paese da nord a sud. Al dolore per le vittime si aggiungono ingenti danni economici e disagi alla circolazione, all’economia e alla vita quotidiana di decine di cittadini sfollati per motivi di sicurezza.

Il WWF lancia un appello al Governo, affinché passata l’emergenza convochi di urgenza una Conferenza nazionale sul cambiamento climatico che coinvolga tutte le Regioni italiane e tutte le Istituzioni interessate alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il moltiplicarsi degli eventi metereologici estremi rappresenta una tendenza che i climatologi avevano previsto come effetto del riscaldamento globale. Gli effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti e hanno provocato morte e devastazione su tutta la penisola, dalla Sicilia al Veneto dove, anche in questo fine settimana si sono registrate numerose vittime: un dolore immenso che impone una reazione immediata e azioni concrete“, scrive l’associazione ambientalista in una nota.

Per il WWF “Non c’è altro tempo da perdere: è necessario varare il Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico e, in quel quadro, predisporre al più presto un Piano nazionale per mettere in sicurezza il territorio“.

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L’associazione ambientalista ricorda anche che entro fine 2018 il Governo dovrà preparare la prima bozza del Piano Nazionale Energia Clima che, secondo il WWF, è l’occasione giusta per “dare avvio a un vero e proprio cambiamento sistemico in tutti i settori per la decarbonizzazione (zero ‘carbonio’) dell’economia“.

La priorità è dare seguito all’accordo di Parigi sul clima e fare di tutto per limitare il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5 gradi centigradi. E farlo in fretta: “Non si può continuare, così come la maggior parte dei governi ha fatto fino ad oggi, con un atteggiamento attendista e fatalista ma è necessario agire subito per tagliare le emissioni“.

Legambiente, invece, punta il dito su un altro male del nostro paese troppo a lungo sottovalutato: il dissesto idrogeologico causato anche dall’abusivismo edilizio.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, esprime il dolore dell’associazione ambientalista per i numerosi morti e aggiunge: “Le diverse emergenze scattate in questi giorni non possono non richiamare ad una riflessione sul rischio idrogeologico e le conseguenze del cambiamento climatico sempre più evidenti sul nostro territorio, in cui questi fattori spesso sono stati ignorati o sottovalutati e la prevenzione stenta a partire“.

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Secondo gli ambientalisti l’Italia sconta anni di ritardi negli interventi, di mancata pianificazione e di una “espansione urbanistica che spesso non ne tiene conto“.

Per questo – scrive Zampetti – chiediamo al Governo di approvare tale piano nazionale, a cui devono seguire piani su scala regionale e territoriale, strumenti trasversali di cui tener conto anche in tutte le altre pianificazioni, in modo da aiutare così anche i Comuni, che devono individuare rischi e interventi prioritari di prevenzione”.

Legambiente ha fatto anche i conti dei danni e di quanti milioni di euro servono a mettere in sicurezza il territorio italiano: almeno 200 milioni di euro all’anno da destinare ai Piani Clima da parte dei Comuni e a progetti di adattamento ai cambiamenti climatici, a cui vanno aggiunte altre risorse necessarie per interventi di manutenzione, riqualificazione e riduzione del rischio.

Ma di tutto questo purtroppo nella nuova proposta di finanziaria non ve ne è traccia“, continua Legambiente. Eppure, se non si spende in prevenzione subito si spenderà prima o poi per riparare i danni: “tra il 1944 ed il 2012 sono 61,5 i miliardi di euro spesi solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano e l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto con circa 3.5 miliardi all’anno“.

Greenpeace, invece, usa toni molto più duri: “Chi c’è al governo del Paese oggi? Abbiamo bisogno di saperlo, urgentemente“, domanda Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia.

Il direttore di Greenpeace non usa mezzi termini e vuole risposte concrete dal Governo: “Si tratta di una classe di governo che guarda al cambiamento climatico come un’assoluta priorità, su cui impegnare le energie del Paese, o di una compagine di scettici, o peggio di negazionisti, che persino dinanzi a tragedie come quelle di questi giorni non sa trovare una parola chiara per individuare le cause e definire impegni coerenti verso le soluzioni?“.

Secondo l’organizzazione, inoltre, la Lega di Matteo Salvini ha più volte negli anni espresso posizioni negazioniste in materia di cambiamenti climatici e ha votato una mozione in Parlamento secondo cui il rapporto tra aumento delle temperature medie del Pianeta e concentrazione di gas serra non sarebbe “affatto chiarito“.

Inoltre lo stesso vicepremier Salvini ha in passato elogiato il presidente americano Donal Trump quando quest’ultimo ha ritirato gli Stati Uniti dall’ accordo di Parigi sul clima.

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