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Vesuvio, zona rossa allargata a 7 comuni e 3 quartieri di Napoli

La zona rossa di evacuazione del Vesuvio è stata ridefinita qualche giorno fa dalla Protezione civile che ha aggiunto altri 7 comuni e 3 quartieri di Napoli.

La zona rossa del Vesuvio, vulcano attivo in Campania, viene ampliata anche a 3 quartieri del Comune di Napoli: San Govanni a Teduccio, Barra e Ponticelli e a 7 nuovi Comuni per un coinvolgimento totale di 800 mila cittadini. I nuovi comuni inclusi sono: Nola, Palma Campania, Poggio Marino, San Gennaro Vesuviano, Scafati, Pomigliano d’Arco e Sant’Anastasia che entrano ina “zona rossa 2. La Zona rossa 1 individuata già nel 2001 comprende sempre i comuni di: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase.

La decisione è stata resa nota dalla Protezione Civile al termine della riunione che si è tenuta lo scorso 11 gennaio al Dipartimento con la Regione Campania e i comuni interessati e la motivazione per cui la zona rossa è stata ampliata è la seguente:

A differenza di quella individuata nel Piano del 2001, la nuova zona rossa comprende oltre ad un’area esposta all’invasione di flussi piroclastici, definita “zona rossa 1”, anche un’area soggetta ad elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici per l’accumulo di depositi piroclastici (ceneri vulcaniche e lapilli), definita “zona rossa 2”.


In pratica la zona rossa è da evacuare immediatamente poiché in quelle aree vi potrebbero ricadere a seguito di una ripresa di attività del Vesuvio della polvere vulcanica che per il peso potrebbe far crollare i tetti e dunque portare al collasso degli edifici. Per i tempi di evacuazione si è passati dai 7 giorni previsti nel 2001 ai 3 giorni previsti dal nuovo piano e come ha avuto modo di spiegare Franco Gabrielli:

Tendenzialmente il trasferimento avverrebbe esclusivamente su gomma, ma non vorrei escludere il ricorso ad altri mezzi», come per esempio quelli ferroviari e marittimi.

Via | Protezione civile, Il Mattino
Foto | Getty Images, Protezione civile

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