Seguici su

news

Il Parlamento Europeo dichiara guerra alle sostanze chimiche che danneggiano il sistema endocrino

La risoluzione contro gli interferenti endocrini è stata approvata con 489 voti a favore, 102 contrari e 19 astensioni

Il Parlamento Europeo ha approvato quest’oggi una risoluzione che invita la Commissione Europea a ridurre la presenza delle sostanze chimiche definite “interferenti endocrini” che possono provocare gravi problemi di salute. Alla luce dell’aumento del numero di pazienti che soffrono di malattie legate a disturbi ormonali e riproduttivi, è stato chiesto alla Commissione di mettere in campo strategie atte a ridurre l’esposizione degli esseri umani a queste sostanze.

Il Parlamento Europeo ha dettato un’agenda che fissa al dicembre 2012 la pubblicazione di un primo elenco provvisorio delle sostanze da bandire e alla metà del 2015 una prima azione su scala continentale.

“È giunto il momento di prendere iniziative concrete in questa materia” ha spiegato la proponente Asa Westlund, dopo che la risoluzione è stata approvata con 489 voti a favore, 102 contrari e 19 astensioni.

Le alterazioni del sistema endocrino sono attribuibili a un certo numero di sostanze chimiche che contengono steroidi, pesticidi, policlorobifenili, diossine, additivi plastici o sintetici e che si possono trovare in materiali da costruzione, materie plastiche, giocattoli, contenitori o cosmetici. Queste sostanze sono una grave minaccia per le donne in stato di gravidanza e per bambini e ragazzi, i cui sistemi ormonali sono maggiormente vulnerabili a queste sostanze. Fra le principali patologie riscontrate negli ultimi 20 anni si segnalano disturbi ormonali e riproduttivi, al seno o ai testicoli, malformazioni congenite e disturbi a livello neurologico.

Gli eurodeputati hanno chiesto che, parallelamente al potenziamento della ricerca, venga stabilito un protocollo per l’identificazione e la descrizione delle sostanze chimiche nocive, considerando il fatto che non vi è alcuna base scientifica per fissare una soglia sotto la quale le sostanze non siano pericolose per la salute.

Via I El Pais

Foto © Getty Images

Ultime novità