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Rifiuti di Roma, il gioco al rialzo in campagna elettorale

Ancora non sappiamo i nomi di tutti i candidati alla prossima poltrona di sindaco di Roma che già ci troviamo nel pieno di una campagna elettorale che si preannuncia caldissima su molti temi, tra cui l’emergenza rifiuti di Roma e del Lazio.

Il sindaco Gianni Alemanno ha recentemente plaudito ai provvedimenti del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini:

Sulla questione rifiuti il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sta seguendo con molta attenzione il lavoro del commissario. Ci sono state delle sentenze favorevoli del Tar che permettono di attuare il piano previsto per il trattamento rifiuti e ieri ho ribadito che da parte nostra non è previsto nessun impianto nella zona di Porta Medaglia

ha detto riferendosi alle notizie stampa, subito smentite dal Ministero dell’Ambiente, che volevano una discarica tra la via Laurentina e la via Ardeatina di Roma.

Alemanno, attuale sindaco e candidato per il Pdl alla prossima tornata, si è detto

da sempre favorevole ai pieni poteri per il commissario: si tratta di sbloccare una serie di procedure sulle quali finora non ci sono state risposte nè da parte della Provincia di Roma, nè della Regione Lazio, almeno fino a quando la Regione non sarà in grado di riprendere il proprio potere con un piano rifiuti perfettamente coordinato.

In verità questa dichiarazione nasconde una seconda verità: è l’ammissione del fallimento, sul piano dei rifiuti, della sua amministrazione. Roba da campagna elettorale.

Andiamo con ordine: dopo la firma del decreto salva-emergenza il Ministro Clini è stato costretto ad inviare il Noe presso gli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) sparsi nella Regione Lazio, per verificare l’effettiva capacità e produttività degli impianti. I Carabinieri, in una relazione, hanno spiegato come in verità gli impianti di Tmb siano in realtà sottoutilizzati, primi su tutti quelli di Ama di via Salaria e di Rocca Cencia.

Ama, la municipalizzata, sottoutilizza cronicamente quegli impianti, la cui responsabilità diretta è del sindaco di Roma. Il commissariamento rappresenta un fallimento non solo della Regione Lazio, ma anche per il Comune di Roma, che a dicembre ha trionfalisticamente annunciato il raggiungimento del 30% di differenziata omettendo che l’obiettivo europeo era del 65%.

Il sindaco, il cui operato in materia è stato valutato anche in una relazione della Commissione Petizioni dell’Unione Europea (che ha definito “un fallimento totale” l’intera vicenda) non ha nè più nè meno le responsabilità di altri, di tutti gli altri (da Carraro a Rutelli a Veltroni fino appunto ad Alemanno), coloro i quali hanno deciso deliberatamente di non scegliere, accettando proroghe su proroghe della discarica di Malagrotta e non avviando in alcun modo un sistema serio, puntuale e porta a porta di raccolta differenziata.

Il ministro Clini, nell’aprile 2012, aveva dichiarato:

Abbiamo chiesto alla regione Lazio e al Comune di Roma di puntare su recupero e riciclo. Roma si è adagiata da 40 anni su una gestione dei rifiuti attraverso una grande discarica. Ma la capitale, con un piano adeguato, può rapidamente arrivare a differenziare il 50% dei rifiuti, non è il libro dei sogni. Roma è una città simbolo per l’Italia, non possiamo permetterci il lusso che non sia al passo con gli standard delle altre capitali europee nella gestione dei rifiuti.

Riciclo e riuso: due aspetti completamente dimenticati a Roma, che non ha impianti e rischia seriamente una multa dall’Unione Europea (è stata recentemente deferita alla Corte di Giustizia) da un milione di euro al giorno.

Recentemente ci ha provato il comitato referendario RomaSiMuove a pungolare il sindaco, senza però ricevere alcun riscontro.

Il sindaco Gianni Alemanno sostiene da tempo una soluzione lontana da Roma (lo stesso ha firmato, in segreto, con l’allora ministro della Difesa La Russa il protocollo d’intesa che potete consultare qui di seguito) come si legge nero su bianco su questo accordo:

Una soluzione non praticabile (non solo Allumiere, ma qualunque altra si trovi fuori dai confini del Comune) semplicemente perchè, normativa alla mano, illegittima.

Il risultato di tutto questo tira e molla è che oggi Roma non ha idea di quale sarà il suo prossimo futuro: tolta Malagrotta dove, ma la domanda corretta è come, smaltirà i rifiuti che produce?

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