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Clima

Allergie da polline in aumento a causa dei cambiamenti climatici?

Negli Stati Uniti alcuni allergologi lanciano l’allarme per l’immininente arrivo della primavera che potrebbe portare all’aumenti di casi di allergia al polline.

Negli Stati Uniti si inizia a temere l’arrivo della primavera a causa delle allergie ai pollini. Si teme che proprio in quel Nord-est martoriato dall’uragano Sandy e dalle consistenti precipitazioni si verifichino impennate di allergici.

Spiega Leonard Bielory immunologo e allergologo al Rutgers centro per le previsioni ambientali del New jersey che:

Mi aspetto che sia rilasciato abbondante polline per questa stagione e anche piuttosto resistente. Questa stagione ha tutte le premesse per avere casi diffusi di allergie.


Il pianeta si sta riscaldando e la responsabilità è del comportamento umano (anche se qualcuno è convinto di no); I cambiamenti climatici hanno portato più piogge e neve che combinate con maggiori quantità di CO2 presenti in atmosfera nutrono maggiormente le piante che restituiscono abbondante polline e favoriscono la crescita di funghi e muffa che rilasciano le loro spore.

Lagheremo nei prossimi mesi un prezzo molto alto per questa sovrabbondanza di polline e le previsioni portano a stimare che le quantità rilasciate in atosfera, a causa delle condizioni climatiche saranno maggiori rispetto allo scorso anno. Ha detto Bielory:
Gli alberi fioriranno tra una o due settimane e avremo più polline rispetto agli anni passati. Il polline aumenterà del 30 per cento entro il 2020 e raddoppierà entro il 2040 a causa dei cambiamenti climatici.

La maggior parte degli alberi rilascerà il polline all’inizio della primavera, mentre le erbe continueranno fino alla tarda primavera e all’inizio dell’estate. E la produzione di polline è solo una parte l’impatto che il riscaldamento globale avrà sulle allergie e asma e la nostra salute generale.

Negli Usa si stanno alternando anche stagioni siccitose con calore prolungato che sparge nell’aria polveri destinate a aggravare l’inquinamento atmosferico r l’asma . In altre zone prolifereranno insetti e piante come l’edera velenosa o edera del Canada che prospera quando vi è una abbondante presenza di CO2.

Le malattie allergiche sono la sesta causa di malattia cronica negli Stati Uniti, con un costo annuale di 18 miliardi di dollari, secondo i Centri federali per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione. Più di 50 milioni di americani soffrono di allergie ogni anno. L’asma colpisce circa 20 milioni di americani, ed è in aumento in tutto il mondo, inoltre, alcuni esperti di salute pubblica guardano l’aumento globale di asma come un effetto salute precoce dei cambiamenti climatici, e foriero di pericoli per la salute a venire.

Ha detto Jeffrey Demain, direttore del Allergy, Asthma and Immunology Center dell’Alaska:

Soffrire di allergia non vuol dire avere il naso che cola. Le allergie interferiscono sulla la capacità di andare a lavorare, a scuola, fare sport e sulla vita sociale.

La maggior parte degli esperti ritiene che l’impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie allergiche varia in base alla regione, a seconda della latitudine, l’altitudine, le precipitazioni e tempeste, sulla destinazione dei terreni, urbanizzazione, trasporti e produzione di energia. La siccità, per esempio, contribuisce all’inquinamento atmosferico e se la pioggia laverà via l’inquinamento favorirà la crescita di muffe.

I livelli di polline per pianta sono in aumento a causa di concentrazioni crescenti di anidride carbonica nell’atmosfera, e le piante stesse crescono più grandi, dicono gli esperti.

Via | Live Science
Foto | Getty Images

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