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Inquinamento

Costa Concordia, il relitto che vogliono tutti

Nonostante il Ministro Corrado Clini abbia ribadito più volte che il relitto della Costa Concordia verrà smaltito, ad operazioni ultimate, a Piombino (Li) continuano a pervenire al Ministero dell’Ambiente proposte di accoglimento della nave per le operazioni di smantellamento e bonifica: l’ultima in ordine cronologico viene da Napoli.

La diatriba per “accogliere” il relitto della Costa Concordia è infatti accesissima: Toscana, cui spetterebbe di diritto, Lazio, la prima offerente, e Campania, l’ultima arrivata, si contenderanno infatti la preziosa reliquia navale, per ospitarne le operazioni di smantellamento, smaltimento e bonifica.

Una nave che fa gola a molti ma che, secondo il Ministero dell’Ambiente, spetta di diritto alla Regione Toscana, che utilizzerà il porto di Piombino (Li) per le operazioni:

1. Il relitto della Concordia è un rifiuto che va smantellato, recuperato e smaltito secondo le norme nazionali e le direttive europee in materia di rifiuti. A questo proposito la competenza è attribuita primariamente alla Regione Toscana.
2. La Regione Toscana ha presentato nel novembre scorso la proposta per le operazioni di smantellamento, recupero e smaltimento nel porto di Piombino, che prevede anche l’utilizzazione delle infrastrutture industriali esistenti per il recupero dei materiali . Le operazioni sono a carico della società Costa Crociere, secondo il principio “chi inquina paga”.
3. Non risultano pervenute altre proposte, che in ogni caso devono essere sottoposte a Costa Crociere ed approvate preliminarmente dalla Regione Toscana.

Con queste parole il ministro Clini in persona aveva chiuso la porta alla richiesta, avanzata dal neo-presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che a metà marzo propose il porto di Civitavecchia (Rm) come

il più adeguato

per accogliere il relitto della Costa Concordia. Una possibilità immediatamente chiusa, almeno a parole, dal ministro Clini, ma che non ha impedito al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro di avanzarne una identica:

Il sistema portuale della Campania dispone di infrastrutture per attività di navalmeccanica in perfetta efficienza, in grado di poter assolvere con operatività immediata ai compiti previsti per la demolizione della Costa Concordia.

Le parole di Caldoro, inviate al Presidente del Consiglio Monti ed alla Protezione Civile, candidano ufficialmente Napoli all’utile compito. Utile e remunerativo, vista la gara fuori busta per accaparrarsi la preziosa nave. Le motivazioni (vi riportiamo di seguito quelle addotte da tre consiglieri comunali di Civitavecchia (Rm)) sarebbero sostanzialmente sempre le stesse annesse se a proporsi fosse Genova, Venezia o Palermo:

La nostra città si è fatta carico di tutta la gestione dell’emergenza, dimostrando grande solidarietà e competenza, nell’ospitare e sostenere i naufraghi nel momento più tragico della vicenda. Se la proposta fosse accettata si darebbe un sollievo importante alla occupazione locale. […] l’operazione di demolizione aprirebbe molti spiragli lavorativi, considerando che è previsto l’impiego di centinaia di operai. Inoltre, tutto questo si inserirebbe nel piano di sviluppo del nostro Porto. […] Si aprirebbe così la strada per una nuova cantieristica in Italia, un nuovo bacino di carenaggio, che darebbe lustro, lavoro e prestigio.

Le operazioni al Giglio nel frattempo le potete seguire giorno per giorno su questo sito, messo a disposizione dal Progetto Parbuckling.

Foto | Flickr

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