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Biciclette

Le autostrade per biciclette salveranno l’economia nel Nord Europa

Le autostrade per biciclette o meglio super piste ciclabili, nuovo esperimento di trasporto, si stanno diffondendo rapidamente in tutta l’Unione europea, sopratutto in Danimarca, Germania, Svezia e Regno Unito.

Il progetto di un autostrada per biciclette che dal 14 aprile 2012 collega 20 comuni della provincia e l’hinterland a Copenaghen si è rivelato un successo che è andato ben oltre le aspettative grazie alla enorme frequentazione registrata. Le autorità, dunque, intendono aprire ben altre 28 autostrade per biciclette. Infatti, il traffico dei pendolari in bicicletta in un anno è cresciuto del 10% tra coloro che vogliono collegarsi dalla periferia al centro di Copenaghen coprendo una distanza di 15 Km.

Secondo i suoi promotori, le autostrade ciclabili dovrebbero essere diffuse in tutta l’UE, soprattutto in un momento di crisi proprio per aiutare i governi a risparmiare sulle spese sanitarie. La rete ciclabile attualmente si sta rivelando un’ancora di salvataggio per l’economia danese tanto che già è stato stimato un risparmio di 40 milioni di euro all’anno in costi sanitari e solo una piccola parte di questo risparmio servirà per costruire nuove autostrade ciclabili.

Lars Gaardhøj, presidente del Comitato Ambiente e crescita verde nella regione della capitale della Danimarca, ha detto a EurActiv che i pendolari hanno usato le autostrade ciclabili per percorrere mediamente 5 km al giorno per raggiungere l’ufficio o la scuola.

Ma in cosa consiste un’autostrada ciclabile? E’ di fatto una pista ciclabile privilegiata nel mantenimento proprio come le autostrade tradizionali. Ciò significa che sono strade ben curate, rettilinee il più possibile, ampie e durante l’inverno viene rimossa neve e ghiaccio regolarmente e sopratutto non sono ricavate da strade percorse da auto ma sono destinate esclusivamente a ciclisti.

Ha spiegato ha detto Gaardhøj:

Le piste ciclabili possono essere migliorate e facendo in modo che sia possibile frequentarle anche se ci sono fulmini o la neve e in cui sia presente tutta la manutenzione e attrezzatura necessaria.

Infatti il comfort è assicurato da aree di servizio disposte ogni 1,5 km e i semafori non fanno fermare ma invitano a rallentare a una velocità di 20 km/h. Si sono peraltro evitati dove possibili gli incroci e ciò per consentire un viaggio più spedito e veloce.

Spiega Florinda Boschetti project manager di Polis:

Le città non hanno scuse per non promuovere il ciclismo – anche se sono situate su terreno accidentato. Avere un po ‘di colline non può essere visto come una barriera. Oggi ci sono diversi tipi di biciclette, ad esempio le elettriche possono incoraggiare le persone a pedalare.

E soprattutto a guadagnarne in salute e in aria più pulita.

Via | Euractiv
Foto | Cykelsuperstier

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