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In 1500 a Losanna contro lo sfruttamento delle materie prime di banche e multinazionali

Si è tenuto a Losanna il secondo Summit mondiale delle materie prime organizzato dal Financial Times: 1500 persone hanno manifestato contro un giro d’affari da 191 miliardi di euro negli ultimi 10 anni fatto di speculazione e sofferenza.

Oltre 1500 persone hanno sfilato contro il Summit delle materie prime che si è tenuto dal 15 al 17 aprile a Losanna. A partecipare al’evento organizzato dal Financial Times i colossi delle banche e della finanza mondiale per cui le commodities sono fondamentali e le multinazionali che per sopravvivere necessitano di materie prime: il matrimonio perfetto. Mercato in crescita dal 2000 e trainato dall’Asia con i mercati della Cina e di Singapore, le commodities restano ancora la pietra miliare su cui incardinare le migliori speculazioni finanziarie.

Nel frattempo però le organizzazioni che non stanno al gioco di finanza e multinazionali sono scese in strada pacificamente a denunciare il loro dissenso ai principali attori della compravendita mondiale di materie prime, nomi sconosciuti per la stra grande maggioranza dell’opinione pubblica, quali: Glencore, Vitol, Trafigura, Gunvor, Cargill, Archer Daniels Midland, Louis Dreyfus, Wilmar, Noble, Mitsubishi e Mitsui che hanno ottenuto profitti dal 2003 al 2012 per 191 miliardi di euro; 179 miliardi di euro dal 2003 al 2012 per Toyota, Volkswagen, BMW, Renault et Ford; 171 miliardi di euro per JPMorgan, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Soldi tutti dragati direttamente dalle risorse naturali e non redistribuite. I manifestanti su trattori e biciclette hanno ricordato il ruolo che la finanza, banche e multinazionali giocano nello sfruttamento delle materie prime piegando alla povertà e alla miseria le persone e devastando l’ambiente.

I manifestanti rappresentano il Collettivo contro la speculazione della materie prime composto da circa 30 organizzazioni, associazioni, partiti politici che hanno colto l’occasione di questo secondo vertice per denunciare che le loro “opportunità di affari” si traducono molto spesso in miseria per milioni di persone. Per l’occasione è stato organizzato un contro-summit durante il quale sono intervenuti Jean Ziegler sociologo svizzero e Relatore speciale sul diritto all’alimentazione per il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e Jo Lang in rappresentanza dei Verdi svizzeri.

Da un palco improvvisato davanti al Beau-Rivage Palace, il leader contadino del Congo Victor Nzuzi coordinatore di GRAPR e NAD Kinshasa (RDC) ha affrontato le compagnie minerarie presenti al Summit per ricordare loro l’esperienza del suo Paese, con risorse incredibili, tra cui il coltan usato per telefoni e computer oggetto di una vera predazione e ha testimoniato la guerra combattuta tra le milizie che rappresentano le società minerarie e gli interessi dei paesi coinvolti nell’estrazione del coltan e l’inferno e il martirio vissuto dalle persone che abitano in Congo. A prendere la parola anche Il capo indiano Arthur Manuel, venuto dal Canada che ha testimoniato le innumerevoli violazioni imposte “Madre Natura”, così come alle persone che vivono nelle zone di estrazione dello shale gas.

Via | Comunicato stampa del Collectif contre la spéculation sur les matières premières su Suisse attac, Le Monde

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