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Agricoltura

Tabacco a km zero per dribblare la crisi: salvati oltre 50mila posti di lavoro

Nei campi di Toscana, Umbria, Veneto e Campania, il tabacco continua a dare lavoro a più di 50mila persone

Toscana, Veneto, Umbria e Campania, le quattro regioni “tabacchicole”, continuano a essere la spina dorsale della produzione italiana di tabacco, la prima come quantitativi esportati di tutta Europa. A mettere in salvo questo mercato che conta 50mila addetti concentrati nelle quattro regioni del Centro-Sud è stata l’innovativa formula del “Km zero”.

Negli scorsi giorni circa mille agricoltori si sono ritrovati a Napoli per celebrare l’anniversario della collaborazione raggiunta fra Coldiretti e Philip Morris Italia che in tempi recenti ha rilanciato la competitività del tabacco italiano sul mercato nazionale. Si tratta di traguardi importanti, specialmente al cospetto di un mercato illecito del tabacco con dimensioni, purtroppo, rilevanti e di fronte a una disoccupazione endemica.

In Italia (dati 2010) la filiera del tabacco dà lavoro a circa 200mila persone: 53mila nella coltivazione, 140mila nelle rivendite al dettaglio, 5500 nella prima lavorazione, 740 nella manifattura, 2700 nella rivendita all’ingrosso.

L’idea originaria era stata appunto questa, rendere il settore più sostenibile, attuando per la prima volta la formula “Km zero” nel tabacco e riportando il margine dove il valore aggiunto viene generato, ossia nei campi,

ha dichiarato, illustrando lo spirito dell’incontro di Napoli, Eugenio Sidoli, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia.

L’apprezzamento per la collaborazione trova una sponda in Sergio Marini, presidente di Coldiretti:

L’accordo con Philip Morris Italia ha permesso di rendere la tabacchicoltura più sostenibile e più competitiva ma soprattutto ha offerto una prospettiva al settore in una ottica di miglioramento dell’efficienza di filiera in cui la Coldiretti è fortemente impegnata.

Via | Coldiretti

Foto © Getty Images

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