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Animali

L’orso M7 torna in Valtellina, le pecore tremano

L’orso M7 è tornato sulle Alpi Orobie, in Valtellina, piuttosto affamato: predate tre pecore in pochi giorni.

L’orso M7 è tornato in Valtellina ed è piuttosto affamato (di ovini): se qualche tellino avesse ancora dubbi, da giorni la Provincia di Sondrio dibatte sul ritorno di questo plantigrado di quattro anni, le immagini che vi proponiamo, catturate dalla fototrappola installata dalla Polizia Provinciale, non lasciano spazio alla fantasia.

Avvistato in Valsassina nei giorni scorsi, secondo molti l’orso M7 era arrivato alle porte della città di Lecco pochi giorni fa, per poi risalire lungo la Valtellina: secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) l’orso M7 ha trascorso il letargo in Val Gerola per poi spostarsi con l’avvento della primavera.

Un animale ad “elevata mobilità”, come l’ha definito un comunicato ufficiale della Provincia di Lecco dei giorni scorsi, e che era stato avvistato lo scorso anno a Mandello del Lario (Lc):

Tra il 15 e il 19 aprile, è andato a esplorare il massiccio della Grigna per poi ritornare sul versante Orobico della Valsassina. […] martedì 23 aprile all’alba è stato avvistato in Val Taleggio sui monti sopra il paese di Vedeseta (a circa 15 km in linea d’aria da Primaluna) dove, secondo le segnalazioni fornite dalla Provincia di Bergamo, ha predato una pecora. Sempre sugli alpeggi della Val Taleggio sono stati ritrovati i segni di una predazione da parte dell’orso di un grosso alveare di vespe nascosto sotto le pietre che coprivano il tetto di una baita.

Da Bergamo a Sondrio passando per Lecco, a M7 piace parecchio girare lungo le valli alpine. Perse le tracce per qualche giorno, nella notte fra il 6 e il 7 maggio M7 ricompare affamato, predando una pecora ad Albaredo per San Marco (So); la certezza è arrivata solo dopo l’esame autoptico effettuato sulla carcassa dell’ovino. Tra il 12 ed il 13 maggio altre due pecore, questa volta a Tartano (in bassa Valtellina, una valle laterale che si chiama, appunto, Val Tartano).

Gli accertamenti delle autorità e l’installazione di alcune fototrappole per “cattrurare”, almeno a livello iconico, l’orso M7 (missione compiuta). La Provincia di Sondrio ha già attivato le annose procedure burocratiche per garantire agli allevatori, danneggiati dall’appetito dell’orso, i rimborsi del caso, come previsto dalle normative regionali in Lombardia. I lettori/cittadini che dovessero avvistare l’orso o segni del suo passaggio sono tra l’altro pregati di segnalarlo al numero telefonico 1515.

E’ importante inoltre snocciolare qualche accorgimento, tanto per utlilità di chi risiede in Valtellina, quanto per placare ogni allarmismo: l’orso bruno generalmente non è un animale aggressivo, anche se la grossa mole e la forza fisica lo rendono potenzialmente capace di ferire o uccidere una persona; gli attacchi (rarissimi) non sono comunque mai il risultato di un comportamento predatorio, ma piuttosto di autodifesa. In Italia, nelle Alpi e negli Appennini, non sono documentate aggressioni deliberate nei confronti dell’ uomo negli ultimi 150 anni: l’orso è per natura un animale cauto e diffidente, specialmente con l’uomo, suo principale nemico: quando lo incontra si comporta semplicemente in modo schivo e timoroso.

Come riporta il sito della Provincia Autonoma di Trento:

Se lo si incontra a breve distanza stare calmi e non allarmare l’orso gridando o facendo movimenti bruschi.
Parlare a voce alta. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività!
Se opportuno, tornare indietro lentamente, non correre. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani. Lasciare sempre all’orso una via di fuga.

Via | Alta Rezia News

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