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Clima

E’ possibile un’Europa senza carbone?

Il carbone è un killer dei polmoni e del clima. Le tendenze di cambiamento attuali nel settore energetico mostrano che è possibile eliminare poco per volta il carbone nell’arco di un ventennio, senon prima. Basta averne la volontà politica.

Come abbiamo raccontato ieri su ecoblog, secondo un recente studio dell’Università di Stoccarda commissionato da Greenpeace, l’inquinamento da carbone uccide in Europa oltre 22000 persone all’anno, ovvero cinque persone ogni due ore.

Il carbone è un serial killer spietato che avvelena anche il clima, visto che le emissioni di CO2 del carbone sono più che doppie rispetto a quelle del metano a parità di energia prodotta.

La buona notizia è che è possibile pensare ad un’Europa senza carbone. Il grafico in alto mostra l’andamento storico della produzione di energia elettrica nell’Unione Europea (fonte Eurostat e BP)  e un possibile scenario da qui al 2030, basato sulle seguenti assunzioni:

(1) aumento delle rinnovabili secondo il trend esponenziale degli ultimi 20 anni

(2) calo del nucleare secondo il trend lineare decrescente degli utlimi 7 anni

(3) aumento del gas  secondo il trend lineare attuale fino al 2020 per assestarsi sui 1150 TWh

(4) diminuzione del carbone con una riduzione annua del 10%

(5) diminuzione dell’olio combustibile secondo il trend lineare attuale fino ad azzerarsi nel 2025.

(6) I consumi totali restano più o meno stabili, grazie all’aumento dell’efficienza energetica e alla moderazione dei consumi.

Si tratta di un semplice esercizio di calcolo che mostra come l’obbiettivo di consegnare il carbone alla storia sia del tutto a portata di mano. Non è un obiettivo facile, perchè ci saranno sicuramente forti resistenze, ma è realizzabile con la volontà politica dei cittadini dell’Unione. Una vera carbon tax inizierebbe già ad operare in questo senso.

Il carbone va lasciato sottoterra e gli operatori economici del settore devono farsene una ragione; possono scegliere se  passare progressivamente nel campo delle rinnovabili nell’arco di una quindicina di anni semplificando la vita a tutti, oppure se continuare a combattere una battaglia di retrogruardia che sarà comunque persa sul lungo periodo, ma con molti più danni.

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