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Acqua

Balneazione, migliora la qualità dei mari italiani

Migliora la qualità delle acque balneabili italiane. Lorenzin: “primi in Europa per qualità”

Con l’arrivo della stagione estiva ricevere certe notizie non può che far piacere: la qualità delle acque balneabili in Italia, nel 2012, è migliorata del 4,8% rispetto all’anno precedente. Il 96,6% delle acque costiere è conforme ai valori obbligatori.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato i risultati, dati alla mano, dicendosi orgogliosa e plaudendo alla qualità delle acque italiane, che in Europa rappresentano un punto di riferimento per i livelli di qualità:

Non soltanto un miglioramento, siamo praticamente i primi in Europa per la balneabilità delle acque marine e lo stato delle acque interne. […] Un miglioramento notevole pari al +6% negli ultimi anni e un dato importante da trasmettere non solo ai cittadini, ma ai milioni di turisti che da tutto il mondo vengono in Italia per trascorrere le vacanze.

Secondo i dati, nel 2012 una sola acqua di balneazione è stata chiusa durante tutta la stagione balneare, rispetto alle 133 (2,7%) del 2011. Sono 61 invece, le acque (1,3%) risultate non conformi al valore obbligatorio per gli Escherichia coli rispetto alle 21 nel 2011, con un aumento dello 0,9%. Merito della direttiva 2006/7/CE.

Secondo il ministro Lorenzin le acque più a rischio sono quelle in prossimità di aree fortemente antropizzate: occorrerà dunque una maggiore sinergia tra le amministrazioni pubbliche, i comuni e la cittadinanza per toccare standard più alti per le acque di balneazione.

Attenzione però: “balneazione” non è uguale ad “uso umano”, le cui acque, in Italia, non vertono nella stessa fiorente situazione, i disastri delle reti idriche italiane infatti sono sotto gli occhi di tutti, tra arsenico e reti idriche che perdono fino al 70% dell’acqua che dovrebbero condurre.

I dati sulle acque di balneazione presentati dal ministro della Salute Lorenzin mettono il nostro Paese sopra la media europea,che si ferma poco sotto all’80%. In testa alle regioni meno virtuose c’è l’Abruzzo,seguito da Campania e Friuli.

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