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Inquinamento

Storia di Sebastià, il novantenne che ha mosso guerra a una multinazionale

Sebastià Estradé, dalla residenza per anziani di Relat de Avinyó (Barcellona), coordina ha portato la sua battaglia contro la miniera di Iberpotash davanti alla Commissione Europea 

 

All’arrivo alla residenza per anziani di Relat de Avinyó, Sebastià Estradé ha fatto subito capire di che pasta è fatto. Tre anni fa, all’epoca 87enne, è stato il primo degli ospiti del pensionato a chiedere le password per collegarsi a Internet.

Dottore in Diritto e diplomato in Ingegneria industriale ed elettrica, il novantenne di Sallent si è allontanato dal suo luogo natìo per seguire sua moglie, “la Pepita”, ammalata di Alzheimer. Ma i suoi giorni a Relat de Avinyó sono tutt’altro che un tranquillo crepuscolo della vita. Il pensionato catalano, infatti, è diventato il quartier generale della sua guerra giudiziaria contro la miniera Iberpotash, una filiale del colosso israeliano ICL. Sebastià accusa l’ICL di disastro ambientale, di avere inquinato i campi e i terreni agricoli di Sallent con le attività di estrazione della potassa.  Lo scorso 2 maggio ha ricevuto alcuni dirigenti della società, Sebastià non molla.

L’Alta Corte di Giustizia della Catalogna ha chiesto un piano di risanamento che non è stato effettuato.

Sono anni che Sebastià fronteggia l’azienda chiedendo un piano ambientale che garantisca il controllo dei rifiuti prodotti dalle miniere. Dopo aver ottenuto un successo con l’Alta Corte di Giustizia della Catalogna, ora Sebastià ha deciso di fare ricorso alla Commissione Europea:

Si tratta di una questione di coscienza sociale. Lo faccio per Sallent che era la perla del Llobregat ed è stata convertita nella cosa peggiore che possa avere un Paese.

Nei pressi della miniera, le “talpe” hanno accumulato una montagna di 37 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti dall’estrazione di potassa. La continua  crescita di El Cogulló (ovverosia “la guglia”) ha preoccupato Estradé sin dalle prime missive spedite nel 2000 al governo spagnolo. Per anni il coriaceo avvocato ha raccolto le prove che dimostrano come l’attività estrattiva sia dannosa sia per il sottosuolo che per il fiume Llobregat che alimenta gli acquedotti di Barcellona.

Nel 2008 ha finalmente portato le sue istanze davanti ai giudici che, tre anni dopo, gli hanno dato ragione ponendo dei vincoli per la riparazione dei danni ambientali. Ma Sebastià non si è fermato, è andato avanti, dritto per la sua strada. Quest’uomo di 90 anni ha portato il caso di questo gigante minerario (6.672 milioni di dollari di ricavi nel 2012) davanti all’Unione Europea.

Come spesso accade, la regione che, economicamente, è sempre dipesa dalle miniere si divide sul da farsi. Solo un uomo sa cosa fare e anche se dal suo ritiro di Relat de Avinyó non vede più la montagna cresciuta dal nulla, sa che deve continuare a lottare per un mondo più giusto e pulito. Ed è splendido che questo esempio venga da un uomo di novant’anni.

Via | El Pais

Foto © Getty Images

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