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ECOLOGIA

Maturità 2013: la rete della vita di Fritjof Capra, svolgimento

La rete della vita è un insieme straordinariamente complesso e interconnesso di fenomeni in continua evoluzione. Solo cercando di comprendere questa complessità è possibile iniziare ad avere un rispetto per l’ambiente che sia vero e non superficiale

La rete della vita - Maturità 2013

Maturità 2013: La rete della vita, svolgimento di Patrizia Chimera

    Ecco il tema della prima prova della maturità 2013, nello svolgimento di Patrizia Chimera, autrice di Blogo.

La vita è cooperazione e la cooperazione è vita. Ne è convinto Fritjof Capra, fisico e saggista austriaco che nel suo saggio “La rete della vita” ha ben espresso questo semplice e basilare concetto che è alla base della vita di tutti gli organismi viventi, dai più piccoli a quelli più grandi. E noi esseri umani, ovviamente, non siamo esenti da questa regola di sopravvivenza molto chiara, anche se spesso non ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile creare una rete della vita per poter sopravvivere e creare un futuro degno di essere vissuto pienamente.

La rete della vita” è un’opera dell’autore pubblicata nel 2001 da Rizzoli: l’autore indaga sulle modalità di sopravvivenza degli organismi, di tutti gli organismi, esseri umani compresi. Fritjof Capra parte dal presupposto che tutti gli organismi macroscopici sono la prova vivente del fatto che le pratiche distruttive che tali entità mettono in atto nel corso della loro vita a lungo andare risultano controproducenti per la sopravvivenza degli stessi organismi. Un dato di fatto che dovrebbe farci riflettere sul fatto che nella nostra società c’è bisogno di un cambiamento profondo.

Quale cambiamento potrebbe essere messo in atto per poter evitare che le pratiche autodistruttive causino effetti devastanti anche nella nostra società? Fritjof Capra prova a cercare la soluzione a questo problema, soluzione che, in realtà, è ben visibile nell’organizzazione dei micro e macro organismi. La cooperazione, il riuscire ad integrarsi al meglio con la natura e con il pianeta terra sul quale siamo solo ospiti, sono la chiave di svolta, la formula vincente. Da qui il titolo “La rete della vita”, che spiega semplicemente e con chiarezza il percorso che l’uomo deve affrontare, per non sentirsi più isolato, ma parte integrante di un sistema più complesso che va salvaguardato e, possibilmente, salvato dalla distruzione, che l’industrializzazione e la globalizzazione hanno innescato. Un processo che sembra irreversibile, ma che può essere corretto grazie ad una volta profonda della società degli uomini.

La vita, secondo l’autore austriaco, altro non è che la comunità, l’interazione tra esseri viventi, che devono smettere di pensare di essere entità separare, isolate, ben distinte le une dalle altre, formando dei sistemi di cooperazione dove ognuno è parte di una rete profonda, che deve essere creata giorno dopo giorno, curata con costanza e mai abbandonata. Non siamo soli, ma siamo frutto dei rapporti che riusciamo a creare con le altre persone e anche del rapporto che instauriamo con la natura, con l’ambiente che ci circonda, con il pianeta che viviamo e che dobbiamo rispettare per poter sperare di sopravvivere ancora a lungo. Non dimentichiamoci, infatti, che non siamo noi i padroni della Terra, ma siamo solamente ospiti, a volte un po’ indesiderati, dal momento che stiamo facendo di tutto per distruggerla, non capendo che così facendo mettiamo a repentaglio la nostra stessa esistenza.

La società odierna deve perciò fare un profondo cambio di rotta, che deve partire dalla base, da una maggiore consapevolezza delle persone: basta sfruttare il pianeta terra, basta sperperare le sue risorse, basta considerare l’egocentrismo come unica strada da percorrere per ottenere successo, bisogna cooperare, è questa la parola magica che dobbiamo tenere a mente. Ma cosa vuol dire cooperare? Cosa fare per poter collaborare al meglio con i nostri simili, nel pieno rispetto della natura e del mondo che abitiamo? E’ un processo che potrebbe richiedere molto tempo, ma è necessario iniziarlo per poter sopravvivere nel mondo che conosciamo e amiamo.

Ovviamente la sfida è tutt’altro che facile. Viviamo in un mondo nel quale la natura è stata distrutta per fare spazio alla cementificazione, dove l’industrializzazione, non accompagnata da piani di prevenzione e di attenzione verso l’ambiente e verso gli esseri umani, ha causato danni che sembrano irreversibili, dove siamo stati abituati a pensare che per essere vincenti conta solo il successo personale, dove l’io viene prima del noi, dove non c’è rispetto per gli altri né per la terra. Insomma, considerandolo da questo punto di vita, non è un gran bel mondo quello che abbiamo creato!

L’uomo, secondo il pensiero di Fritjof Capra, deve capire che ha bisogno di abbandonare questo stile di vita concentrato solo su se stesso e deve capire che non è solo. E deve farlo in fretta! Deve comprendere che esistono altri esseri umani come lui ed esiste un pianeta, che ha bisogno delle nostre cure e delle nostre attenzioni. Deve capire che la rete della vita è un concetto più ampio, che ci unisce da una fitta trama di interessi e di interazioni ai miliardi di persone che esistono del mondo e a Madre Natura, che vanno coltivati ogni giorno, che vanno difesi a qualunque costo. Dobbiamo ricordarci che viene prima il noi dell’io, che la comunità, costruita dalle singole persone, è la risposta ai tanti problemi del nostro mondo.

Le critiche al mercato globale e alla globalizzazione, oltre che al capitalismo e al moderno modello di società, non sono certo velate in questa ricerca di un’unità più profonda tra esseri umani, anzi sono proprio evidenti in ogni passaggio. Il capitalismo ci ha divisi, la rete della vita servirà a ritrovare quell’unità originaria che ci permetterà di sopravvivere. Concezioni non nuove, ma che nell’opera dell’autore austriaco assumono un significato più profondo, soprattutto per il mondo in cui sono state espresse. Parlare di rete della vita è un modo semplice ed efficace per capire quale svolta sia necessaria nel mondo di oggi. E la globalizzazione, che all’inizio sembrava aver unito tutto il mondo in un’unica rete di interazioni, in realtà sta privilegiando i soliti soggetti a discapito dei più poveri, oltre che della terra.

Come fare allora? Per cooperazione si possono intendere moltissimi aspetti, come ad esempio l’aiuto reciproco tra esseri umani, non più isolati e soli ad affrontare la società e i problemi della vita, ma uniti insieme per attuare lo stesso progetto comune. Non dimentichiamo nemmeno che il mondo ha bisogno dell’attuazione di sistemi produttivi più attenti al benessere e alla qualità di quello che viene proposto e non solo più volti al mero guadagno, magari a discapito di altri, senza dimenticare il discorso più ampio tanto caro a Fritjof Capra che individua l’essere umano come parte di un sistema cosmico, parte integrante della natura e del mondo che viviamo.

In questo senso l’ecologia, una cultura che porti con sè messaggi importanti di rispetto della natura e delle risorse naturali, una consapevolezza di essere non padroni ma ospiti, gioca un ruolo molto importante nel cambiamento che dobbiamo inevitabilmente mettere in atto. Non si tratta solamente di un atteggiamento da assumere: dalle parole bisogna passare ai fatti, a livello globale, anche se il mutamento deve partire dalla coscienza di ognuno di noi. Solo così si fanno le più grandi rivoluzioni.

Non dobbiamo mai smettere di ricordare che i tempi ormai sono maturi, anzi, siamo già fuori tempo massimo per cambiare il nostro modo di pensare il mondo e le relazioni con gli altri. Il pianeta soffre ogni giorno di più, la crisi ambientale si respira nei tanti cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo. Già molto è stato fatto, anche se per un vero cambiamento radicale c’è ancora molto su cui lavorare.

Bisogna costruire comunità sostenibili, bisogna smettere di sfruttare la natura e le sue risorse, bisogna cominciare a promuovere una cultura ambientale molto forte, partendo dall’educazione che possiamo dare ai nostri figli a scuola, perché è da piccoli che si impara cosa vuol dire far parte della rete della vita, una rete che ha bisogno costantemente di cure, di attenzioni, di essere rinforzata da comportamenti positivi, di essere promossa e vissuta pienamente, senza sconti a nessuno.

Sarà solo quando la cultura della rete della vita avrà preso piede nel cuore di ognuno di noi e, più in generale, della società mondiale che il vero cambiamento verrà messo in atto e che tutto quello che è stato ipotizzato da Fritjof Capra potrà finalmente essere una realtà forte e presente. Se l’essere umano non capirà che lui stesso è parte della natura e continuerà a distruggerla, così come se non comprenderà di essere parte di un insieme di esseri viventi più ampio e continuerà a cercare di distruggere tutto ciò che esula dal suo io, allora anche la nostra specie sarà a rischio sopravvivenza. La cooperazione, la collaborazione, l’integrazione, il rispetto e l’ecosostenibilità sono le parole chiave che devono riecheggiare nella nostra mente: solo così, solo diventando parte integrante della rete della vita, potremo sperare in un futuro migliore, per noi e per la terra.

Il cammino è arduo, ricco di ostacoli, ma l’unico da intraprendere per la sopravvivenza: un messaggio forte e chiaro che dovremmo tenere a mente ogni giorno, con ogni nostro comportamento, anche il più piccolo. Perché la differenza possiamo farla tutti e insieme possiamo davvero sperare in un cambiamento profondo. Da soli non si va da nessuna parte, insieme si diventa una forza in grado di compiere grandi imprese. E non dobbiamo mai dimenticarlo!

Patrizia Chimera

Maturità 2013 finalmente si parla di ecologia profonda e rete della vita

Finalmente l’ecologia entra nelle tracce dei temi di maturità, e ci arriva in modo intelligente e non banale attraverso le parole di Fritjof Capra, fisico ed esperto della scienza della complessità.

Non si tratta infatti di parlare solo di tutela del’ambiente, ma di comprendere la realtà complessa, intricata e straordinaria del fenomeno della vita sul nostro pianeta.

Capra è uno degli esponenti della cosiddetta ecologia profonda. Per capire bene di cosa si tratta, lasciamogli la parola:

«L’ecologia superficiale è antropocentrica, cioè incentrata sull’uomo. Essa considera gli esseri umani al di sopra o al di fuori della Natura, come fonte di tutti i valori, e assegna alla Natura soltanto un valore strumentale, o di “utilizzo”.

L’ ecologia profonda non separa gli esseri umani, – né ogni altra cosa – dall’ambiente naturale. Essa non vede il mondo come una serie di oggetti separati, ma come una rete di fenomeni che sono fondamentalmente interconnessi e interdipendenti. L’ecologia profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e considera gli esseri umani semplicemente come un filo particolare nella trama della vita» (La rete della vita, p.17)

L’ecologia profonda non è una religione new age, ma la ricerca di un nuovo linguaggio scientifico per descrivere i legami e l’interdipendenza dei fenomeni fisici, biologici, psicologici, sociali e culturali.

Non è un caso che questa rivoluzione concettuale parta proprio da un fisico, perchè la Fisica del 20° secolo ha dovuto abbandonare i paradigmi cartesiani-newtoniani, meccanicistici e riduzionistici, per accogliere il punto di vista radicalmente nuovo nella teoria quantistica, dove tutto quanto è interconnesso e l’esistenza è essenzialmente interazione.

Sembra che l’affermazione di Capra citata nella traccia del tema sia « La vita non é solo lotta di competizione ma anche trionfo di cooperazione e creatività». Un pensiero classista e individualista ha spesso esaltato in passato la concorrenza tra gli individui ed ha usato in modo scorretto la teoria della selezione naturale di Darwin come una metafora della guerra di tutti contro tutti per affermarsi nella società.

Non attraverso un generico buonismo, ma mediante l’approccio scientifico della teoria dei sistemi, Capra dimostra invece che la cooperazione tra individui e gruppi è altrettanto se non più importante della competizione, perchè soprattutto attraverso un approccio cooperativo si creano e si costruiscono le strutture e le idee di domani.

Mi considero particolarmente debitore nei confronti di Fritjof Capra, che con i suoi libri mi ha risvegliato dal “sonno dogmatico” del riduzionismo classico, per cercare di comprendere il quadro più generale della complessità, ovvero del pensiero sistemico. Il mio vecchio blog e il mio nick di oggi, Ecoalfabeta, è una traduzione in italiano dell’Ecoliteracy di Capra.

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