Editoria
Un anno a impatto zero: uscito in Italia il libro di Colin Beavan

Un anno fa Colin Beavan balzò alle nostre cronache per aver raccontato la sua storia incredibile: vivere per un anno a impatto zero. La sua storia è stata raccontata prima in un libro e poi in un documentario, No impact man, che fu anche presentato al Sundance Festival 2009. Il libro di Beavan è stato tradotto anche in Italia: Un anno a impatto zero (Cairo Editore).
Beavan ha iniziato nel 2006 la sua avventura accompagnato da moglie e figlia. La moglie, Michelle amava lo shopping e la tv e per seguire il marito ha smesso entrambe le attività. Spiega Beavan dopo che ha vissuto un anno senza produrre rifiuti, nutrendo lui e la sua famiglia solo di cibo locale, senza usare impianto di riscaldamento e condizionamento (e questa è già una grossa rivoluzione per un americano medio!) e spostandosi solo in bicicletta o mezzi pubblici, che la salute ambientale del Pianeta è seriamente a rischio. Ogni individuo deve essere cosciente del problema e assumersi la responsabilità delle sue azioni. In più collettivamente sono da mettere in atto una serie di azioni che riguardano sia la fine del petrolio sia l’uso di carbone:
Dobbiamo smetterla di bruciare carbone. Uno dei più importanti climatologi degli Stati Uniti, James Hansen, sostiene che il petrolio si esaurirà in 50 anni, cosa di cui siamo così preoccupati, ma che il carbone durerà per altri 300, 400, forse anche 500 anni. Due anni fa ha detto che avremmo dovuto smettere entro 10 anni. E’ una grande sfida, ma dobbiamo arrivare ad azzerare le emissioni derivanti dalla combustione del carbone. Per far questo è necessario aumentare il prezzo dei carburanti fossili, e diminuire il prezzo di quelli rinnovabili. Si potrebbe pensare a una tassazione degli uni per investire negli altri ed abbassarne così il prezzo. Il problema dei carburanti rinnovabili e in generale dell’energia rinnovabile, al momento, è infatti l’elevato costo. Bisogna invertire la tendenza, cosicchè il mercato scelga carburanti rinnovabili, anziché fossili. Questo è il punto di partenza.
Via | EZRome
Foto | Ciencialdia
