Animali
Oltre un migliaio le tigri uccise dal bracconaggio nell’ultimo decennio. E’ strage

Sono più di 1000 le tigri in libertà uccise nell’ultimo decennio al solo scopo di prelevare parti di esse: soprattutto le pelli, sempre richiestissime, le ossa, i peni … ogni cosa, insomma, che possa servire come amuleto, ipotetico viagra o a produrre opinabili medicamenti di origine cinese di sempre più arga diffusione nonostante la presenza di normative nazionali e internazionali in merito al commercio di animali rari, o di sezioni di essi. E ciò accade, come testimoniano gli operatori del Cites, soprattutto grazie alla Rete. E sotto mentite spoglie: quando, cioè, le tigri sono già ridotte in polvere, sparite in composti dai nomi affascinanti o meno in cui non figurano neppure tra gli ingredienti” o vi appaiono ma solo nella dicitura cinese…. A confermalo, inoltre, è il nuovo rapporto di Traffic International, la rete di matrice britannica per il monitoraggio del commercio degli animali selvatici.
Il documento denuncia l’uccisione ad opera del bracconaggio di un numero di tigri compreso tra 1.069 e 1.220. Ma il reale volume di individui abbattuti potrebbe essere sensibilmente superiore. Infatti, tutti i dati forniti sono “reali” provenienti, cioè, da 11 dei 13 Paesi in cui ancora vive la tigre e sulla base dei 481 sequestri documentati posti in essere nell’ultimo decennio dalle autorità competenti in diverse parti del globo… L’esito, tuttavia, è più che allarmante soprattutto ove si consideri che un migliaio di esemplari abbattuti sono un’enormità rispetto al numero di esemplari ( 3.200) di panthera tigris che ancora “resistono” allo stato selvaggio sul nostro pianeta.. E’ una vera ecatombe, insomma… A cui occorre porre un drastico rimedio se non vogliamo perdere definitivamente questa specie, come già più volte denunciato dal WWF nell’arco di appena 12 anni. Il rapporto, inoltre, precisa che l’India, lo Stato che ospita la metà della popolazione mondiale di questi felini e che, spesso, li venera, detiene il triste primato del bracconaggio con l’uccisione di un numero di tigri compreso tra 469 e 533. Segue la Cina, con un numero di esemplari abbattuti compreso tra 116 e 124. Al terzo posto, invece, figura il Nepal con 113/130 felini ammazzati.
Questo documento è stato presentato nella giornata di ieri, volutamente a pochi giorni dall’inizio dei lavori del vertice di San Pietroburgo cui parteciperanno propri i Paesi che possono ancora vantare,tra la fauna endemica, la presenza di piccoli nuclei di panthera tigris. Il consesso, previsto per dal 21 al 24 novembre prossimi, cercherà di raggiungere la definizione di misure idonee a raddoppiare entro il 2022 il numero di questa specie ridotta del 90% nell’ultimo secolo. Progetto ambizioso, dunque, specie quando la lotta al bracconaggio è sempre più difficile e, spesso, totalmente affidata al caso e alla necessaria valutazione “a campione” effettuata negli aeroporti, principale centro di “snodo” del traffico illecito di animali … E non è tutto. Il WWF Interntional, in questi giorni, punta l’indice su un altro annoso scoglio per la salvaguardia della tigre, che si consuma a danni di questa specie da Scarface in poi: la tigre “domestica”. Pratica abbastanza diffusa negli Usa – (che non parteciperanno al vertice di San Pietroburgo non avendo panthera tigris in libertà entro i propri confini) anche grazie ad una legislazione compiacente – in cui si calcola si trovino circa 5.000 esemplari da “giardino”, dimenticando non solo che la tigre è a serio rischio di estinzione ma anche che tale felino ha bisogno di uno spazio da caccia pari a circa 100 km quadrati…
Via | Traffic international
Foto | Flickr
