Acqua
Campania, per il percolato in mare i gestori balneari e ambientalisti parte civile
La cricca dell’emergenza rifiuti ha avvelenato il mare della Campania per 30 anni, sversando nelle acque percolato e fanghi avvelenati. I risultati delle indagini della Procura di Napoli li racconto qui.
Antonio Cecoro presidente Assobalneari a Il Mattino di oggi (pag. 43) spiega che con il WWF, Legambiente, Aisoim, Codacons, Meduce Cirf si costituirà parte civile nel processo contro gli inquinatori della costa campana.
La Procura ha impiegato 1 anno e mezzo a portare avanti le sue indagini e nel frattempo ha commissariato i depuratori: quello di Cuma e quelli dei Regi Lagni che hanno iniziato a funzionare regolarmente. E sorpresa! secondo i dati Arpac pubblicati sul BURC del 10 gennaio 2011, erano almeno 30 anni che il mare campano non era così pulito. Dice Cecoro:
I depuratori non depuravano niente. Era tutta una messa in scena. Chi ha fatto questo, chi risulterà colpevole dall’inchiesta in corso è alla stregua di un autore di un genocidio. Ha ucciso un economia, affamato una regione, ha fatto ammalare di tumore migliaia di persone.
Restano ora da mettere a posto i dispositivi di gestione anaerobioca e scoprire e fermare chi sversa illegalmente nei Regi Lagni nati come canali per le acque piovane e chiare ma divenuti luogo di scarichi abusivi.
