Animali
Enpa: “Sopprimere i randagi è illegale”

Sopprimere i randagi è illegale. Questo il senso del comunicato che ci ha inviato Enpa e come risposta alla proposta avanzata da Angiola Tremonti, consigliere di minoranza a Cantù che suggeriva di abbattere i randagi dei canili del comune perché troppo costosi.
L’eutanasia per animali è contemplata nella legge 281 del 1999 che stabilisce anche che bisogna contenere il numero di trovatelli attraverso la sterilizzazione, il ricovero presso strutture adeguate e che gli animali possono essere “addormentati” soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.
Spiega Carla Rocchi:
E’ ora di finirla con questa storia dell’abbattimento dei randagi. Facciamo chiarezza una volta per tutte: la normativa italiana esclude nel modo più assoluto che si possa procedere con l’eutanasia. Chiunque intendesse affrontare il problema con soluzioni illegali sarà chiamato a risponderne all’autorità giudiziaria. Invece di insistere con idee balzane, secondo la Protezione Animali, i latori di suggerimenti tanto “brillanti” dovrebbero rendere conto di come impiegano i fondi pubblici destinati al contrasto del randagismo. Ma soprattutto dovrebbero spiegare agli italiani – per inciso si ricorda che una famiglia su tre ospita uno o più animali – quali misure e quali controlli pongano in essere sia per evitare gli abbandoni di animali sia per limitare la popolazione di “trovatelli”. Infatti, all’Enpa risulta che, quando si tratta di sterilizzazioni e verifiche sui microchip, le autorità comunali non sempre sono altrettanto solerti.
Precisa Rocchi che la soluzione alla canadese, ossia abbattere cani che sono sani e che non sono pericolosi non è contemplato nel nostro sistema legale. Precisa che anche la proposta fatta da Massimo Sensini, sindaco di Fossalta di Piave, cioè uccidere quei randagi in canile che non sono adottati entro due-tre anni, dunque, è da considerarsi illegale:
Questo episodio conferma che proposte insensate, spesso vere e proprie incitazioni a contravvenire alla legge, arrivino in maniera indifferenziata sia dal profondo Sud sia dal profondo Nord, a riprova che almeno in questo avvilente esercizio l’unità d’Italia è un fatto compiuto. E sono ancora più stupita dallo sprezzo con cui alcuni nostri amministratori trattano i temi degli animali.
Via | Comunicato stampa
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