Acqua
Usa, 32 anni fa l’incidente nucleare di Three Mile Island

Il 28 marzo del 1979 a causa di un guasto tecnico e di errore umano alla centrale nucleare di Three Mile Island si verificò il tristemente famoso incidente. Three Mile Island è anche un isoletta sul fiume Susquehanna nello stato della Pennsylvania su cui fu costruita la centrale nucleare.
In questi giorni, molti esperti hanno ribadito che le modalità di fusione dei reattori nucleari che si stanno verificando Fukushima Daiichi ricordano quelle di Three mile Island. I due incidenti però, si sono verificati in contesti molto diversi: negli Usa si ebbe un guasto meccanico a una valvola, in Giappone un terremoto e uno tsunami.
Dunque, cosa accadde quel 28 marzo del 1979? Lo spiega molto bene in una dettagliata ricostruzione il blog Il graffio News che scrive:
La fusione alla centrale di Three Mile Island in Pennsylvania fu innescata quando un errore meccanico e uno spegnimento automatico delle pompe idriche principali del sistema di raffreddamento secondario fecero chiudere le valvole, con ciò causando un surriscaldamento dell’acqua del sistema di raffreddamento primario che ricopriva il nucleo radioattivo.
Da allora in poi fu una sequenza di emissioni di gas e di contaminazione dell’acqua del fiume usata per spegnere il reattore fuso. Non si ebbero stime sicure della radioattività, nessuno prese misure certe. L’emergenza fu gestita in maniera disastrosa: non c’era un piano di evacuazione e la gente iniziò a scappare alla rinfusa, come poteva.
Qualche annola gente che abitava nei pressi della centrale presentò richieste di risarcimento alla General Public Utilities Corporation (GPU), la società che gestiva l’impianto:
Il caso di Three Mile Island alla fine si concluse in tribunale, quando circa 2.000 residenti affermarono che le fughe radioattive causate dalla fusione del nucleo erano state molto più ampie di quelle proclamate ufficialmente dall’industria nucleare e dagli ufficiali del governo. Dopo diversi proscioglimenti e appelli, i querelanti decisero che non potevano più permettersi la continuazione dei processi e dovettero accettare una conciliazione. Il dottor Wing, famoso epidemiologo che rappresentava i querelanti, disse di aver avuto l’impressione che l’industria tenesse all’immagine e alla propria credibilità più che all’accuratezza dei dati e delle dichiarazioni.
Oggi, esiste un museo virtuale che ha raccolto tutti i documenti dell’epoca per la futura memoria.
Via | Il Graffio News
Foto | Beans around the world
