Energia
Sviluppo economico ed energia: il caso del Cile

Le questioni energetiche nel nostro Paese sono da tempo ancorate al discusso tema del nucleare, divenuto, alla luce dell’imminente referendum e degli incidenti giapponesi, di grande attualità. Eppure, occorre rimarcare come in questo vortice di discussioni, si stia probabilmente perdendo di vista il problema più importante ovvero quello della messa a punto di un vero piano energetico nazionale che possa trovare soluzioni sostenibili nel breve-lungo periodo. Il problema è comunque spinoso; oltre alla radicata miopia della classe politica nostrana bisogna infatti fare i conti con tutta una serie di problemi che mescolano inevitabilmente una marea di interessi. A tal proposito vorrei segnalarvi un caso, quello del Cile, che dimostra come le scelte in questo campo non siano mai scontate.
Nel Paese sudamericano infatti è stato recentemente approvato un progetto per un mega impianto idroelettrico (chiamato HidroAysén), la cui costruzione ha scatenato un incredibile vespaio di polemiche fra la popolazione locale. Il progetto, nello specifico, prevede la realizzazione nella regione dell’Aysen, nella Patagonia cilena, di un complesso idroelettrico costituito da 5 centrali lungo il corso dei fiumi Baker e Pascua, per una potenza complessiva di 2.750 MW. Si tratta di un piano che assume una rilevanza strategica per il futuro energetico del Paese sudamericano, dato che il governo, visto il rapido sviluppo economico del Paese negli ultimi anni, si trova oggi nella necessità di soddisfare una domanda elettrica in rapida crescita in una situazione di forte dipendenza (per circa il 70%) dalle importazioni di fonti fossili.
Per far fronte a questa esigenza, il governo cileno ha programmato la realizzazione nei prossimi dieci anni di una capacità aggiuntiva di 10.000 MW. Il progetto di HidroAysén dovrebbe quindi coprire oltre un quarto di questa nuova potenza, garantendo da solo la copertura del 35% dell’attuale domanda elettrica. Il progetto però è attualmente oggetto di forti opposizioni ambientaliste e il Cile sulla questione è spaccato in due: infatti c’è chi da un lato sostiene la necessita di un investimento di tale rilevanza per lo sviluppo del proprio Paese, chi invece non ritiene debba essere sacrificato un corso d’acqua di così grande importanza in nome del mero sviluppo economico.
Intanto dagli alti piani del governo locale fanno sapere che l’unica alternativa sarebbe rappresentata dalla costruzione di centrali alimentate a combustibili fossili. Risposta scontata? Chissà; intanto però partendo da questo esempio vorrei porvi alcune riflessioni più generali e perciò vi chiedo: cosa ne pensate della polemica cilena, visto che una fonte rinnovabile (quella idroelettrica appunto) è stata capace di scatenare forte disappunto? Ma soprattutto vi chiedo: se la domanda di energia cresce, quale dovrebbe essere secondo voi la via da percorrere, considerato che ancora per molti anni dovremo far i conti con delle tecnologie rinnovabili (eolico e fotovoltaico su tutte) con i soliti problemi di aleatorietà e di bassa produzione energetica?
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