Editoria
Packaging sostenibile, lo Iulv studia le buone pratiche
l’impatto ambientale del packaging è elevato, spetta alle aziende produrre imballaggi ecologici

Fare packaging sostenibile è tutto sommato fattibile e quel che deve cambiare è la mentalità delle aziende che impacchettano e dei designer. Ne scrive Laura Badalucco nel Il buon packaging (ed. Dativo euro 14,00) e che raccoglie i casi più interessanti prodotti dalle varie aziende. Gli esempi di impacchettamento sostenibile presentati sono pratici e non ci sono strani concept, ma soluzioni poi effettivamente adottate. Il manuale, dunque, si propone come uno strumento di lavoro, conoscenza e approfondimento per quanti lavorano nel settore dell’imballaggio con carta e cartone.
La ricerca è stata svolta lo scorso anno dallo Iuav di Venezia per Comieco in collaborazione con le aziende Goodpaper Club del cartone responsabile.
Tra i case hitory presentati anche i packaging della BTicino che ha vinto un paio di Oscar per l’imballaggio italiano. Il caso è emblematico perché questa azienda ha deciso di avere al suo interno un ufficio specializzato nella progettazione del packaging:
L’azienda investe alcune centinaia di migliaia di euro i nuovi imballi creati dallo studio interno, oltre ad essere maggiormente responsabili nei confronti dell’ambiente, sono molto più economici delle versioni precedenti all’anno in questo settore e, a fronte di questa spesa, ha un grosso ritorno che consiste nell’avere a disposizione uno staff interno di persone di alta professionalità, le quali sono in grado di fare da regia all’intero processo e sanno scegliere, di volta in volta, i fornitori più adatti a rispondere ad una specifica richiesta. La metodologia utilizzata per verificare la preferibilità ambientale di un nuovo imballo richiede che ogni progetto al termine della fase di concept, venga sottoposto ad una valutazione di impatto ambientale mediante la tecnica del Life Cycle Analysis.
