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Ilva di Taranto, vince il compromesso di Vendola tra ambiente e lavoro

E’ polemica sull’aia approvata per l’Ilva di taranto, i cittadini ritengono insufficienti i livelli di emissione ammessi

Lo aveva preannunciato Nichi Vendola, il 18 giugno scorso all’Assemblea nazionale di Sinistra ecologia e Libertà quando riferì dell’Ilva come di una grande opportunità per Taranto e della sua battaglia per far abbassare i livelli accettabili di emissioni di diossine.

L’A.I.A. l’Autorizzazione Integrata Ambientale approvata dal Ministero dell’Ambiente il 5 luglio perciò è l’atto della discordia che vede in campo le polemiche sollevate da quelle che Vendola, nel suo recente discorso, ha definito:

Forme di minotarismo.

Da un lato c’è la Puglia che Vendola rappresenta e che diffonde un comunicato a firma Lorenzo Nicastro assessore alla Qualità dell’ambiente in cui scrive:

La Regione, anche a seguito dell’approvazione delle leggi regionali anti-diossina e anti-benzoapirene, ha ottenuto, oltre alle già acclarate riduzioni di concentrazioni emissive una data certa per l’avvio del monitoraggio in continuo delle diossine e l’impegno del Ministero a rivedere l’Aia in funzione del monitoraggio diagnostico in corso e del piano di risanamento avviato per la città a seguito degli sforamenti nel rione Tamburi di B(a)P. Siamo riusciti a tenere insieme le ragioni dell’ecologia con quelle dell’economia e del diritto al lavoro.


Dall’altro lato ci sono i comitati cittadini riuniti nell’associazione AltaMarea che sono piuttosto preoccupati per il loro stato di salute abitando a Taranto e scrivono:

Nei giorni in cui la Procura di Taranto ha avviato un’indagine meticolosa basata sul rapporto dei Carabinieri del Noe, nel quale si evincono diverse e diffuse emissioni pericolose, nel momento in cui era necessario essere assolutamente rigorosi sulla concessione di un Autorizzazione Integrata Ambientale ci ritroviamo ad assistere all’ennesimo compromesso che non risolve quasi per nulla i devastanti effetti derivati da un assedio inquinante al quale siamo sottoposti. L’AIA andrebbe resa molto più prescrittiva sulbenzo(a)pirene.Avevamo chiesto un limite emissivo dalla cokeria di 150 ng/m3dal piano coperchi che la commissione AIA tuttavia non ha accolto con motivazioni inconsistenti. In conclusione l’AIA che sta per essere varata non è l’autorizzazione che contiene le prescrizioni obbligatorie per cui abbiamo lottato e per cui abbiamo inviato centinaia di pagine di osservazioni tecnicamente molto puntuali. Ci riserviamo una volta letti i pareri definitivi, laddove confermassero i rumors di queste ore, di intraprendere un’azione forte e rigorosa.

Ieri, Legambiente ha incontrato l’assessore Nicastro . All’incontro era stato invitato anche il presidente di AltaMarea che però ha rifiuttato il confronto con questa motivazione:

Altamarea ha nella giornata di oggi rifiutato l’invito del Presidente della Regione Nichi Vendola a presentarsi nel suo ufficio di Bari al fine di valutare il rilascio dell’Aia all’Ilva di Taranto. Dal 5 luglio Regione,Provincia e Comune hanno aperto un solco.Non siamo più disposti a diventare oggetto delle strumentalizzazioni politiche.Per 4 anni abbiamo chiesto, nel rispetto delle norme e con argomentazioni tecniche puntuali, il rispetto di almeno 10 prescrizioni irrinunciabili. Ebbene è stato tutto disatteso.

Legambiente comunque ha ottenuto una serie di rassicurazioni in merito ai monitoraggi che dovrà poi svolgere l’Arpa, in qualità di sentinella ambientale, effettuando controlli sulle emissioni dell’ILVA.

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